Terremoto nel M5s, Conte licenzia Grillo: “Stop ai 300mila euro”

L’accusa del leader pentastellato: “Fa controcomunicazione e sabotaggio”

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grillo cacciato

È stata scritta la parola fine al rapporto tra Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo. Il leader della sua creatura, Giuseppe Conte, gli ha dato il benservito dopo mesi di attacchi, scontri frontali e veline più o meno minacciose. “Qualcosa si è incrinato in maniera irreversibile”, le parole dell’autoproclamato avvocato del popolo nell’intervista contenuta nel nuovo libro di Bruno Vespa: “Hitler e Mussolini – L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)” (Mondadori – Rai Libri).

Giuseppi ha utilizzato parole molto forti nei confronti di Grillo, a testimonianza della rottura definitiva tra le parti, con buona pace di chi ha provato a gettare acqua sul fuoco. Il Movimento 5 Stelle è una polveriera e Conte non fa nulla per nasconderlo, parlando di “atti di sabotaggio” da parte dell’ormai ex garante. Il contratto di consulenza da 300 mila euro l’anno non verrà più rinnovato e il motivo è piuttosto comprensibile: il comico genovese “è responsabile di una contro comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”.

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“Umanamente sono molto colpito da come si comporta”, ha aggiunto Conte nel suo dialogo con Vespa: “Già in passato ha avuto atteggiamenti velenosi nei miei confronti, ai quali non ho dato peso perché su tutto prevalevano gli interessi della comunità. Vedere oggi che contrasta in maniera così plateale un processo di partecipazione democratica che ci riporta agli ideali originali di Casaleggio mi ha rattristato moltissimo. Perché, al contrario di quel che scrivono i giornali, lo scontro non è personalistico (Grillo contro Conte), ma vede Grillo battersi contro la sua stessa comunità“.

L’opposizione di Grillo al nuovo corso è sempre stata palese e Conte ha deciso di passare alle maniere forti, diventando di fatto l’unico vero leader della galassia pentastellata, ex grillina. Una guerra iniziata due anni e mezzo fa, fatta di lettere e di insulti, di sorrisi e indiscrezioni al veleno. La testimonianza più forte della distanza tra Grillo e la sua creatura risiede nel blog beppegrillo.it, in cui il M5s di fatto non esiste: ci sono, o meglio c’erano, temi e personaggi vicini al Movimento, basti pensare al salario minimo e alla tutela ambientale. Ma nessun sostegno al partito, nemmeno in occasione delle tornate elettorali. Basti pensare che nel 2021, in occasione delle elezioni comunali nella sua Genova, disertò le urne.

Lo zenit dello scontro è avvenuto la scorsa estate, quando Conte ha impresso il cambio di marcia. E immaginare ora una riappacificazione è piuttosto complicato, considerando che l’ex premier ha colpito nel punto debole il rivale, ossia il portafoglio. Ormai il M5s è suo e per arrivare a questo punto ha dovuto lottare e sgomitare, cacciando in successione Davide Casaleggio, Luigi Di Maio e infine Beppe Grillo, che il Movimento lo ha fondato. Resta da capire se questo all in si tradurrà in una rinascita del partito o nella più clamorosa delle sconfitte.

Franco Lodige, 23 ottobre 2024

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