Cultura, tv e spettacoli

“Testi misogini”. La censura ridicola delle donne Pd contro Tony Effe

Le consigliere del centrosinistra hanno chiesto al sindaco Gualtieri di cancellare l’ospitata del rapper al concerto di Capodanno

© STILLFX tramite Canva.com

Nel tempo infantile succedanei di artisti infantili fanno filastrocche infantili che generano polemiche infantili da una politica infantile che fa eventi infantili. Siamo a Roma, dove stanno organizzando l’ammucchiatona infantile di San Silvestro con tanti artisti infantili o senili tra cui questo Tony Effe, che in effetti si chiama Rapisarda, Nicolò Rapisarda, e fino e due tre anni fa era membro di una band chiamata Dark Polo Gang, roba da tivù dei ragazzi, ma poi si è messo in proprio e siccome fa delle provocazioni infantili forse non lo chiamano più. Il Campidoglio che lo ha coinvolto contemporaneamente lo estromette per bocca di alcune politiche infantili di sinistra che recitano così: “Come cittadine romane e donne impegnate contro la violenza di genere e per il rispetto della libertà, autonomia e dignità femminile ci sentiamo profondamente offese dalla scelta dell’amministrazione capitolina di invitare al concerto di capodanno Tony Effe noto per i suoi testi violenti e misogini”. Poo poo poo, si sente bene il trombone?

Si mettessero d’accordo in Comune a Roma. La sinistra fa, la sinistra disfa e le consigliere piddine devono ricordarsi di esistere facendo qualcosa di sinistra, ossia censurare, mentre quelle di Azione solo di esistere. Tony Effe pericoloso per la salute pubblica? “Questa sì ch’è più che bella!”, come motteggiava il prof. Muscolo Di Gian Burrasca: ecco come lo immortala la rivista di gossip musicale Rolling Stone, che dopo aver toccato il punto più basso sotto la direzione transeunte di Selvaggia Lucarelli, durata meno di una levata di palette (se la tirano tanto, i teleFattoni della Travaglio Polo Gang, ma al dunque nessuno se li cagaz, come Scanzi al premio Tenco): “È stato sicuramente l’anno di Tony Effe. Con è stato il secondo disco più ascoltato in Italia su Spotify e la sua Sesso e samba con Gaia è stato probabilmente il tormentone dell’estate. Aggiungiamoci anche il dissing con Fedez (che ha portato alla pubblicazione del singolo Chiara) e l’annuncio della sua partecipazione a Sanremo 2025 e il pacchetto è completo”.

Seh. La mamma. E il soldini. Questi rapper per sordi da asilo infantile fanno tutto per la gloria, del conto in banca, pure il dissing che sarebbe un pissing di parole, pura farsa, come poi ammesso, e difatti vanno poi tutti a Sanremo, Tony, il Fedez che svaporava ai Vannacci, e gli altri, alcuni provenienti da Napoli, sotto l’ala del Geolier orgoglioso amico di camorristi. Allora che senso ha vietargli il capo-danno in piazza e rivederselo sul primo canale della televisione di stato nel Festival di regime più lottizzato del mondo? Le consigliere trombone si fermano alle 4 rime patetiche di questo, non conviene loro approfondire e men che meno ricordare che alcuni, il Fedez in testa, si sono praticamente imposti alla liturgia nazionalpopolare dell’officiante Carlo Conti per rifarsi la faccia dopo la tempesta dei rapporti, stretti, incatenati, coi peggiori pendagli da curva di San Siro, pregiudicati ad ampio spettro legati alle mafie, gente che per uno sgarro ti scanna. Sì, d’accordo, restiamo garantisti fin che vi pare, però suona misterioso che vada a Sanremo.

Ma Tony Effe no, eh no, a san Silvestro non si può. È pericoloso. Con quella faccia lì. Sempre la solita storia di soldi, di impresari, di manager che fanno da raccordo tra il teatro dei pupi e la politica. È solo questo, è business, tutto di personale, niente di consapevole. Magari sotto c’è il solito dispetto tra piccoli potenti, la miseria di una rappresaglia personale. Se devono far fuori Effe per il suo balbettare, allora non si salva nessuno, né a san Silvestro né a Sanremo, perché il livello della sub-sub-subcultura musicale, tra un miliardo di virgolette, questo è. Provocazioni di cartone, provocazioni in cerca di chi si sente provocato, ma più innocue del ruttino di un poppante. Negli anni sessanta e settanta chi faceva musica era seguito dalla CIA, e con ragione… Viene una gran tristezza constatando quanto tutti prendano sul serio questa politica da burattini, cioè se stessi. Senza un refolo di prospettiva, di misura, di cognizione storica, di cultura. Questi blaterano (o rappano) di niente sul niente di quelli che son niente sapendo niente. I trappettari censurati dalle consigliere che si sentono offese, poo poo poo.

Viene in mente quella scena di Piedone lo Sbirro con Bud Spencer che piglia quattro guappetti per la collottola e li butta fuori a calci da una bettola dove si stanno accoltellando con un capo paranza: “Beh? Mò ci mettiamo pure a giocare coi temperini? Ma come: il grande Manomozza che se la piglia con quattro ragazzini? Gesù! E che, è scoppiata la rivoluzione?”.

Max Del Papa, 15 dicembre 2024

Nicolaporro.it è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati (gratis)