Duro scontro a Non è l’Arena tra Alessandro Sallusti e Giorgio Cremaschi. Al centro del dibattito, il reddito di cittadinanza, misura nata in teoria per accompagnare i disoccupati a trovare un lavoro e che invece spesso finisce col sostituirsi all’occupazione. Sempre più imprenditori, soprattutto nel settore della ristorazione e del turismo, si lamentano del fatto di non riuscire a trovare lavoratori.
A far scattare la lite in studio è l’intervento del direttore di Libero. “Io non so quali paletti mette questo signore alla possibilità di tornare a lavorare, magari un contratto a termine o meno”, dice Sallusti. La parola “paletti” fa saltare sulla sedia Cremaschi. “Si chiamano diritti”, urla più volte in direzione dello schermo da cui era collegato il direttore sbracciandosi a più riprese. “Si chiamano diritti e non paletti. Diritti delle persone che lavorano”.
Immediata la replica di Sallusti: “Guarda che ti viene un infarto – attacca – L’imprenditore che è in studio ha offerto a dei ragazzi dei contratti rispettando i loro diritti. E i ragazzi gli hanno fatto così: io me ne fotto dei miei diritti perché preferisco vivere a sbafo o vivere in nero”. Il tutto accompagnato da un plateale gesto dell’ombrello. “Detto che esistono i diritti, non è vero che tutti gli imprenditori sono dei mascalzoni: la mia generazione ha iniziato a lavorare con molti meno diritti di quanti ne abbiano i ragazzi di oggi. Oggi io dirigo un giornale, ma ho iniziato questo mestiere senza nessun diritto. E per tre anni ho fatto l’abusivo e ogni tanto mi davano 10mila lire. Se la scelta è stare a casa a fare niente con 500 euro dello Stato o iniziare un percorso professionale che mi dà un imprenditore, magari quei 500 euro poi diventeranno mille”.