La notizia che nessuno avrebbe voluto sentire è arrivata: i cinque passeggeri del sottomarino Titan, disperso pochi giorni fa, sono morti e alcuni detriti del mezzo sono stati trovati vicino al Titanic. Le autorità americana credono ci sia stata una “implosione“, mentre la Guardia Costiera Usa parla di “catastrofica perdita di pressione”. Insomma, una vera e propria tragedia, che termina con il decesso dei cinque passeggeri, anche se quest’ultimo sarebbe comunque avvenuto a causa delle ore contate per aver terminato le riserve d’ossigeno.
I cinque passeggeri del Titan erano il milionario britannico Hamish Harding (58 anni), il businessman pakistano Shahzada Dawood (48) col figlio Suleman (19), l’esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet (77) e Stockton Rush (61), il patron di OceanGate, l’azienda proprietaria del sommergibile. Il che ha subito portato le polemiche dei social, ma non di un soggetto qualsiasi, bensì di Michele Serra e nient’altro che Elly Schlein. Un populismo progressista e radical-chic che vuole distinguere la morte dei ricchi e dei poveri, un retaggio della sinistra proletaria che considera alcuni decessi di Serie A ed altri di Serie B.
Per la segretaria del Nazareno, dopo aver augurato il ritrovamento dei passeggeri, pare sorprendente “il dispiegamento dei mezzi per la ricerca di quattro persone che comunque hanno pagato tantissimo”. E ancora: “Ma trovo inaccettabile che l’altro giorno sulle coste greche non si sia mosso un dito per salvare 750 migranti che avevano solo la colpa di non tollerare soprusi, ingiustizie, torture, chi fugge da guerre e discriminazioni”.
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Si tratta però di una fake news di proporzioni mastodontiche, visto che sono state le stesse navi mercantili ad aver consegnato viveri ai migranti: E la Guardia costiera ha riferito di aver ricevuto il rifiuto di soccorso: ad oggi, inoltre, non ci sono per ora prove che confutino questa versione. Ma il populismo da bar pare aver contagiato anche il mondo del giornalismo. Ed è Michele Serra a seguire l’effetto Schlein.
“Inevitabile, invece, è la constatazione che il massimo discrimine tra gli esseri umani sia a tutt’oggi quello costituito dalle condizioni economiche. Dal censo, dall’appartenenza di classe, dal rango sociale, molte sono le maniere per dirlo: stiamo parlando, comunque, dei ricchi e dei poveri”, ha scritto il giornalista di Repubblica. E ancora: “Stiamo parlando della distribuzione enormemente impari di risorse, di tecnologia, di volontà politica, nel soccorrere gli esseri umani, nel tutelarne la vita e la dignità, nell’avvolgerli di attenzione e di cura”.
Pare quindi che la sinistra debba necessariamente paragonare le persone nel sommergibile, che tra l’altro effettuavano un’attività regolare pagata, che erano a bordo di un mezzo con 90 ore di autonomia d’ossigeno, con i migranti del peschereccio a largo delle coste greche. Un’operazione doppiopesista e vigliacca, che cerca di dare un colore politico anche alla morte. Ma lo abbiamo già visto pochi giorni fa, con la morte di Silvio Berlusconi: neanche dinanzi alla scomparsa di una persona, una frangia della sinistra non riesce ad accantonare il proprio odio ideologico. Ieri così come oggi.