“Lavora tu, stronza”. Non è l’insulto del solito hater che trovi sui social network, con una vita avara di gioie e un’insoddisfazione ai massimi livelli. Queste sono le parole usate dal presidente della Campania Vincenzo De Luca per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un video rubato da La7, ma di certo non può essere una giustificazione per l’esponente del Partito Democratico che ieri ha guidato la manifestazione di sindaci e amministratori locali contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata e contro il blocco delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione. Sarà il premier a valutare eventuali querele, ma c’è una domanda alla quale ancora nessuno ha dato risposta: perché nessun esponente di sinistra ha stigmatizzato l’uscita di De Luca?
Qui non parliamo di una violazione del galateo, ma di un vero e proprio atto ignobile. Gli insulti i De Luca hanno toccato la presidenza del Consiglio e la dialettica politica muscolare non c’entra niente in questo caso: “stronza” non è stato pronunciato nel corso di un comizio o di un’arena televisiva, ma in una stanza circondato da sodali. E c’è un’aggravante, soprattutto se parliamo di sinistra: l’epiteto offensivo è stato rivolto a una donna. Ma come: il Pd non era il partito contro il patriarcato in ogni sua forma? Non era il movimento politico disposto a tutto pur di arginare il sessismo dilagante? O ancora, non era l’esempio dell’opposizione educata ed elegante? Balle, balle, balle.
Eddai però dare della stronza a @GiorgiaMeloni Meloni è un po’ too much direbbero, se non fosse la Meloni, anche nei salotti milanesi. Toc toc indignati speciali, sessismo, correttezza, rispetto, politica con P maiuscola dove siete?
— Nicola Porro (@NicolaPorro) February 16, 2024
Sono trascorse più o meno ventiquattro ore dai fatti e da casa Pd – ma anche dai restanti partiti di opposizione – nessuno si è fatto vivo per prendere le distanze da De Luca ed esprimere vicinanza a Meloni. Le divergenze annullano il rispetto? Evidentemente il buonsenso non è la priorità del Nazareno. Ma questo significa che chi tace acconsente? Elly Schlein è un fantasma dall’inizio della sua segreteria, ma almeno sul rispetto nei confronti di un’altra donna dovrebbe dire qualcosa. Anche perché i rapporti con De Luca sono tutt’altro che idilliaci: questo insulto rappresenterebbe l’assist perfetto per il ben servito. Eppure niente, nemmeno una parola.
Questa vicenda rappresenta uno dei punti più bassi del Pd degli ultimi anni. Perché parliamo di un partito che invoca un giorno sì e l’altro pure il rispetto per le istituzioni e per le donne, ma poi continua a coccolare un governatore che si rende protagonista di siparietti volgari di questo tipo. E non si tratta della prima volta, come ben sappiamo: l’elenco degli insulti proferiti da De Luca è lungo, lunghissimo. Ma il Pd non si scompone se le vittime dell’odio sono di destra: doppiopesismo allo stato puro. Ma fortunatamente gli elettori non dimenticano.
Massimo Balsamo, 17 febbraio 2024
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