La deforestazione dell’Amazzonia diminuirà di un terzo nel 2023, afferma il governo Lula
La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana sarebbe diminuita del 33,6% nei primi sei mesi del mandato di Lula rispetto allo stesso periodo del 2022, ha affermato in pompa magna ieri il governo secondo il quale “appena” 2.649 kmq di foresta pluviale sarebbero stati disboscati nella regione nella prima metà di quest’anno. I dati satellitari del governo Lula non sono però stati verificati in modo indipendente, precisa oggi la BBC. E mentre è stato riferito che la deforestazione è diminuita, solo a giugno, il monitoraggio satellitare ha rilevato 3.075 incendi in Amazzonia, il numero più alto dal 2007. Inoltre, resta da vedere se la deforestazione annuale mostrerà davvero un calo a fine 2023, poiché il picco annuale di deforestazione e incendi va da luglio a settembre. Lula vuole che i paesi ricchi paghino per salvaguardare l’Amazzonia, direttamente a Brasilia o attraverso il cosiddetto Fondo Amazzonia che ha per ora tra i suoi finanziatori Norvegia e Germania cui si è aggiunta ieri la Svizzera.
“Il Venezuela è un narco-stato”, conferma un funzionario statunitense
Michael Renaud, direttore del programma dell’Office of Investigation del Department of Homeland Security degli Stati Uniti, ha confermato che “il Venezuela è un narco-stato” e che dal Paese sudamericano si starebbero mobilitando aerei “con tonnellate di cocaina su voli clandestini. Poi vanno in Guyana e Suriname.” E in tal senso, ha sollevato un altro scenario: “Immagina cosa possono fare con l’oro. È un narco-stato e in qualche modo devono riciclare denaro in economie stabili”. L’organismo in cui lavora Renaud si occupa della sicurezza nazionale, delle dogane, del confine e di tutto ciò che ciascuno di questi settori implica, motivo per cui fa la dichiarazione sul Venezuela.
Un altro dei suoi compiti è quello di smantellare le reti di riciclaggio di denaro, aggiungendo che “tutte” le organizzazioni dedite a questo crimine “sono legate allo sfruttamento delle donne, al terrorismo, al contrabbando di oro e, naturalmente, al traffico di droga”. Per la cronaca, nel 2022 il presidente del Guatemala, Alejandro Giammattei, aveva dichiarato che il 95% degli aerei che trasportano droga in Centro America e Messico “parte dal Venezuela”.
Nicaragua, persecuzione continua. Álvarez e i sacerdoti restano in carcere
Per 24 ore monsignor Rolando Álvarez, il vescovo nicaraguense ingiustamente imprigionato dalla dittatura di Daniel Ortega e di sua moglie, la poderosa copresidente Rosario Murillo, è stato un uomo libero. Addirittura, il sito nicaraguense indipendente 100% Noticias aveva confermato che un aereo di una compagnia aerea italiana era da martedì a Managua, dopo il rilascio lampo di Álvarez lunedì notte, in attesa di riportarlo con un volo diretto a Roma. Qui per leggere come è andata a finire e la sempre più feroce persecuzione della chiesa da parte della dittatura di Managua qui l’articolo completo pubblicato oggi da Tempi.
Paolo Manzo, 7 luglio 2023
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