Toti, 50 giorni di prigionia ma non molla: “Vuole andare avanti”

L’incontro a casa del governatore con la sua giunta (autorizzato dai pm). L’assessore Giampredone: “Non si dimette e confida nella giustizia”

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toti carcere

Cinquanta giorni di prigionia. Puliti puliti. Anzi: un po’ sporchi, soprattutto pieni di ipocrisia, in un Paese che si è battuto anima e corpo per liberare dal carcere la “presunta innocente” Ilaria Salis mentre detiene ai domiciliari contro ogni logica un governatore “presunto innocente” come Giovanni Toti. Cinquanta giorni di prigionia che forse avrebbero piegato molti politici, soprattutto dopo la decisione del Gip di rigettare l’istanza di revoca dei domiciliari, visto e considerato che per i giudici l’unica via per riconquistare la libertà è quella di dimettersi dal ruolo di governatore. Invece il presidente ligure dimostra resistenza e determinazione: accusato di corruzione, Toti mantiene ferma la sua posizione di non dimettersi e lo ha ribadito ieri alla sua giunta durante le tre ore di colloquio avuto nella villa di Ameglia. “Non c’è nemmeno l’ombra di un passo indietro – fa sapere il braccio destro Giacomo Giampredone – Giovanni è determinato e ci chiede di andare avanti. Non si discute minimamente l’agibilità politica del presidente”.

Certo: il fatto di essere impossibilitato a guidare la sua giunta pesa. Ma i collaboratori e la maggioranza sono convinti di poter andare avanti nella speranza, magari, che il ricorso depositato al Riesame possa ribaltare la decisione del Gip sulla scarcerazione. Lo hanno fatto sapere qualche settimana fa, bocciando la mozione di sfiducia presentata dalla sinistra. E lo hanno ribadito ieri. A casa di Toti si sono riuniti Giampredone, il facente funzioni Alessandro Piana e l’assessore Marco Sacjola, accompagnati dal legale del presidente, Stefano Savi. Il meeting, che era autorizzato dal GIP di Genova, ha segnato l’avvio di una serie di discussioni mirate sia alla pianificazione delle future attività politiche che alla riflessione sulle implicazioni delle correnti vicende legali.

L’assessore Giacomo Giampedrone, fra i partecipanti, ha escluso si sia parlato dell’ipotesi di dimissioni, evidenziando la fiducia di Toti nel sistema giudiziario e la sua determinazione a seguire il percorso istituzionale. “Il governatore ha fiducia nel Riesame e se anche questo dovesse confermare la misura, confida nella Cassazione – spiega al Giornale l’assessore – Solo nel caso negativo di entrambi, che non ci auguriamo, faremo eventualmente tutte le valutazioni del caso. Ora si va avanti nella consapevolezza che ci sono tutti gli elementi perché Toti torni al suo lavoro. Rivendichiamo con forza il diritto garantito dalla Costituzione che torni al suo posto. Nonostante le restrizioni derivanti dagli arresti domiciliari, Toti e il suo entourage si mostrano ottimisti, confidando in un esito favorevole delle indagini entro l’inizio di luglio”.

L’assemblea ha altresì esaminato la necessità di mantenere alto il profilo dell’azione politica della regione, con Toti che ha enfatizzato l’importanza di valorizzare i traguardi raggiunti sotto la sua guida, in termini di crescita economica e sociale. La sua decisione di non dimettersi è da interpretarsi non come un ostacolo all’indagine in corso, ma come un impegno verso la politica e verso gli elettori. Un tema sensibile affrontato riguarda il finanziamento politico: la difesa di Toti hanno chiarito che i fondi ricevuti sono stati gestiti con trasparenza e destinati ai fini predefiniti, riaffermando l’integrità della sua amministrazione.

Intanto, venerdì Toti dovrebbe incontrare anche la sua maggioranza: a casa del governatore, autorizzati dal Gip, andranno i segretari regionali dei partiti di centrodestra. Lunedì invece l’incontro con Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati.

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