Oddio è successo davvero. Totti e Ilary. Oddio Dagospia aveva ragione. Oddio i Tòttari (o i Blotti, o i Frillari, come vi pare) sono scoppiati. Son schopàa, come cantava Jannacci. Oddio che cosa tremenda, che affare di stato, adesso emettono pure il comunicato. Oddio: anche qui, come sovente di questi tempi gassosi, siamo alla non notizia perché per l’appunto Dagospia l’aveva anticipato qualcosa come 5 mesi fa. Ma, ed è questo il fatto notevole, tutti, pur sapendo, si erano cuciti la bocca, perché oggi il potere vero lo fanno un ex calciatore e una presentatrice di reality e il potere vero controlla l’informazione. Tutti zitti, tutti fermi, che nessuno muova un muscolo del viso! (Gian Burrasca).
Chi aveva ragione aveva ragione, chi non ce l’aveva infieriva con false interviste, false smentite, false riprese, vere cazzate. E che sarà mai, due eroi degli anni Duemila che scoppiano, anche i ricchi piangono, se poi piangono, ecc. ecc. Ma no, ecco il teledrammone, prepariamoci a cascate di pen(s)ose articolesse sui sovrani de Roma e quello che hanno rappresentato, ecc. ecc. Per un po’, guerre e carestie saranno uno sbiadito contorno. Vedrete, ne parlerà pure Mattarella, per non tacer di Draghi.
Quello che hanno rappresentato, quello che sono stati. Un matrimonio surreale, iperreale, oltre il trash, la diretta Sky, er prete che predicava in romanesco, il castello, roba che superava di infinite lunghezze i Viaggi di Nozze di Verdone, “’o famo strano”, la plebe deliziata, er babbo e la mamma di tutti gli influencer, ahò, ambè, amò, che dettano legge e durano. Poi, come per tutto, la legge dell’entropia scava nei sentimenti, lui si asciuga le lacrime per la fine della carriera, presumibilmente con le mutande di un’altra (Bud Spencer), lei si fa e si rifà, forse er Pupone non la riconosceva più, certo che il tempo cambia tutto e il chiurgo plasticoso è figlio del tempo.
Cade in pezzi l’amore dei sovrani de Roma e cade in pezzi Roma: brucia tutto, sterpaglie, depositi di rottamatori, autobus de linea, l’amore dei Blatti. Pensare che qualcuno li voleva a Sanremo; a condurre; insieme. E loro, magari, già dormivano in magioni separate. Fino al delirio di un comunicato ufficiale, non tanto per i media, che sanno già tutto da mesi e da anni, quanto per il popolino: Cesare e Cleopatra erano più austeri, ma era un altro momento. Ma anche no, a ben vedere il comunicato ufficiale è proprio anche per i media: attenetevi alla versione dei Blasotti, e più non dimandate. E cuccatevi sto divorzio in corsivo, aaah, amòòò. Non è ancora certo se il sindaco Gualteri, Pd, ordinerà la giornata di lutto nazionale, che comunque sarà nei fatti, nel respiro (mefitico) della Capitale, negli ahò, ahmbè, amò, anvedi a scoppiettare per tutti i bar, gli uffici pubblici (i rari funzionanti), le carrozze della metro (idem come sopra).
A Roma, chi sopravvive non parla d’altro in questo undici luglio del 2022. aspettando l’ultimo imprescindibile atto: alle 19, annunciato, come un DPCM, come una atellana di Conte-Casalino, in una sospensione dell’attimo fuggente, il comunicato, teso, vibrante, straziante, cafonante: due comunicati icasticamente disgiunti, divisi ma uguali, ci hanno provato, han tenuto duro, ma la vita è stata più forte. E già i comunicati diventano pizzini, e si finisce al solito modo: non mai per soldi, è sempre per soldi.
Insomma finisce in stile, almeno servirà, c’è da giurarci, a cavarci un altro po’ di benefit. Adesso finalmente sono liberi: di candidarsi con chi vogliono, lui cor Piddì, lei si vedrà. Perché specie a sinistra, ma non solo, c’è bisogno di menti fresche, creative, dallo sguardo a lungo termine e possibilmente danarose. Se semo visti, se semo piaciuti, se semo amati, se semo riprodotti: e mo’ se semo mollati. Tutto brucia a Roma, quartieri, illusioni, storie da sovrani puponi. Ma Roma è eterna, rinasce dalle ceneri, ricicla tutto, e torna sempre a Trilussa: Lei, quanno lui je disse: – Sai? te pianto… –/S’intese gelà er sangue ne le vene./Povera fija! fece tante scene/Poi se buttò sul letto e sbottò un pianto./– Ah! – diceva – je vojo troppo bene!/Io che j’avrebbe dato tutto quanto!/Ma c’ho fatto che devo soffrì tanto?/No, nun posso arisiste a tante pene!/O lui o gnisuno!… – E lì, tutto in un botto,/Scense dar letto e, matta dar dolore,/Corse a la loggia e se buttò de sotto./Cascò de peso, longa, in mezzo ar vicolo…E mò s’è innammorata der dottore/Perché l’ha messa fòri de pericolo!
Per continuità concettuale, siccome tutto si lega con tutto, mentre la scissione di Pupone e Pupetta veniva annunciata alla nazione in tempo per il telegiornale della sera, il capo del governo saliva le scale per recarsi dal capo dello stato: che dobbiamo fare? E insomma, i Tòttari sono scoppiati, Burioni è scoppiato, e anche Draghi non si sente troppo bene. Che Ursula ci salvi.
Max Del Papa, 12 luglio 2022