Cultura, tv e spettacoli

Totti-Ilary, ormai sembra il congresso del Pd

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E tu puoi metterci tutto l’ammore, il sesso-o-esse, er glamour, la bbellezza, i social che vvoi, ma alla fine sempre lì finirà: alla guerra dei Roses. O, per dirla come in Harry, ti presento Sally, a scannarsi per questo stupido, pidocchioso, assurdo tavolo da caffè; a spendere migliaia di dollari in avvocati per litigarsi un piattaccio laccato da 8 dollari. Nella guerra dei Totties gli avvocati son già calati, zannuti e ululanti a mezzo stampa; fanno bene, perché in ballo non ci sono orrendi tavolini a forma di ruota di carro e piatti di merda ma un patrimonio da 110, avete letto bene, centodieci milioni di euro, che appena ieri facevano un duecentoventi miliardi, signori, e quando dico miliardi intendo miliardi di lire di prima qualità (ma come abbiamo fatto a finire così, che un calciatore e una velina mettono insieme patrimoni da emiri?).

La situazione pare una pochade, meglio una pochette, ma presenta aspetti serissimi in senso socioeconomico, perfino giuridico: perché Ilary, Ilari, ancora stiamo col dubbio anagrafico, pretende un mantenimento di trentasettemila euro al mese, venti per se, diciassette per la prole, Cristian, Scianel, Isabbel, Besciamel; lui, che sarà anche un Pupone ma meno tonto di quello che a volte rischia di sembrare, e al massimo ne scuce 7: posizioni inconciliabili, commenta il Corriere serissimo, perfino angosciato: perché qui se c’è un lato comico non è tanto nella guerra di questi Totties che si sfondano di istanze per i soldi e i dissequestri lui dei Rolexe lei delle borze, ma sta proprio nel sussiego con cui le cronache del gossip mainstream pigliano la faccenda. Cioè siamo praticamente dentro un conflitto mondiale, i tubi del gas saltano e non è stato nessuno, i soldi non ci stanno e quelli promessi li vogliono buttare tutti in rotonde, piste ciclabili e michiate gretine, si approssima l’inverno più lugubre dai tempi delle sirene di guerra, il prossimo primo ministro in pectore viene infamato da fisioterapiste che massaggiavano i potenti e i maiali, e tutto questo non è un dettaglio ma lascia capire il clima di pazzia e di violenza che ormai soffia da un vaso di Pandora chiamato Italia che nessuno riesce più a richiudere; ma l’urgenza delle urgenze sono le trashate monetarie del Pupone bambascione e della trista Ilary, anvedì, ahò.

Come si fa a pretendere seimila euro al mese per la paghetta di Scianel, Isabbel e Besciamel? E poi, a quale titolo se una matura velina è già di suo una industria dell’intrattenimento e dell’effimero via social? Ma c’è quella demenziale femministica antica pronuncia della Cassazione, la ex moglie che deve conservare il tenore di vita adeguato a quando stava in matrimonio, e tutti, anzi tutte ci sguazzano. E poco importa se poi la stessa Cassazione degli ermellini un po’ sbronzi ha precisato, ha limato, ha contestualizzato e da ultimo ha perfino rinnegato se stessa: fatta la pronuncia, trovato il precedente. Il tenore di vita di un calciatore e una velinona ricorda quello dei vecchi tycoon alla Ford o Rockefeller, con la differenza che quelli almeno fondavano imperi e, di liscio o di storto, davano da lavorare a milioni e milioni di persone: qui, scusate, si tratta di correr dietro a una balèta. O a un Grande Fratello, e poi fare tante pubblicità e tanti selfie. Vabbeh ahò, va così, pigliamone atto ma per l’amor del cielo non invertiamo l’ordine delle cose, non facciamo una tragedia di una farsa trash. Cristo santo, si sta parlando di istanze di reintegro nel possesso di orologi e trousse: a livello di maturità, sembra un congresso del Pd (che, sia detto per inciso, voleva candidare Pupone alle elezioni). Ma come fa il Corriere a parlare di “faticoso negoziato interrotto”, così, senza ombra di ironia? Allora quello fra Putin e Zelensky cosa è? Una scampagnata a Mariupol?

La critica, il sarcasmo, famo a capisse, non sono per i Totties, che di loro hanno rotto abbondantemente le palle come le rompono i troppo ricchi e troppo viziati e troppo scollati dal mondo che del mondo si pretendono ombelichi (anche se fingono sofferenza da sovraesposizione): amen, transeat, lo sappiamo, anche questo fa parte del gioco, anche le guerre per i Rolex e le Borse, se ben gestite sui social, portano soldi, per fare soldi, per fare soldi. Quello che davvero muove a compatimento, anzi a disprezzo, sono gli accenti lirici di scriba evidentemente ingaggiati per ingigantire il vapore, come se tutto il dramma del mondo si concentrasse negli scazzi di un ex giocatore e una ex letterina. “La conduttrice dell’Isola dei Famosi, per firmare una consensuale, avrebbe chiesto sostanziosi alimenti (…). L’iconico numero 10 giallorosso invece le avrebbe proposto zero (sì, zero) euro per lei (visto che guadagna molto bene) (…). Cifre troppo clamorosamente distanti per poter trovare un ipotetico compromesso a metà strada”.

Ad intervenire sulla vicenda ci pensa poi il legale della Blasi, l’avvocato Alessandro Simeone, che smentisce la ricostruzione sulla richiesta di mantenimento da parte della sua assistita: «Sono state diffuse una serie di notizie false. In particolare la signora Ilary Blasi non ha mai chiesto nessun assegno di mantenimento per sé: né di 20 mila euro né di 10 mila euro né di 1 euro. Questa notizia fa parte ancora una volta di una precisa strategia extraprocessuale per tentare di far passare la signora Blasi per quello che non è».

Max Del Papa, 1° ottobre 2022

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