Tra coprifuoco e ritardi, i politici si sono bevuti il cervello

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I nostri politici – quasi tutti, senza preferenza di colore politico – si sono bevuto il cervello. Prendiamo Fontana, il presidente della Lombardia. Da quel che intuisco dai titoli dei giornali, avrebbe emanato un’ordinanza – che alcuni ottimisti speranzosi credono sia un modello da seguire – ove si proibisce di star fuori casa tra le 23 e le 5 e di acquistare bevande alcoliche (“non ha importanza quale gradazione”) dopo le 18 anche nei supermercati. Lo scopo della pensata? Contrastare il Covid.

Contraddizioni

Fatemi capire: passeggiando, alle 22 il Covid non si prende ma alle 24 sì? Ditemi che la cosa ha un senso. Ditemi che il virus ha l’orologio. La prendo per buona e la pianto qua. E fatemi capire un’altra cosa: se vado al supermercato alle 19 e acquisto una bottiglia di latte, non trasmetto né mi becco il virus. Ma se acquisto, sempre alle 19, una bottiglia di birra, allora una delle due cose accade. E forse entrambe. Ma se l’acquisto alle 17, allora è come per il latte delle 19. Tipicamente queste ordinanze (quella in questione, comunque, è emanata “dal ministro d’intesa col Presidente della Lombardia”) sono precedute da una dozzina di “visto” e altrettanti “considerato”, “ritenuto”, etc. etc. Esse poi, tipicamente, concludono con un “allo scopo di…”. Chissà se tra quei “visto” e “considerato” v’è un qualche riferimento all’aumento della pandemia legato all’acquisto di alcolici ma non di latte. Chissà, magari si citano alcuni importanti articoli scientifici che hanno indiscutibilmente legato le due cose o stabilito l’ora preferita dal virus di saltare da me a te o viceversa.

Ora capite perché abbiamo pianto quasi 37 mila morti. Non certo per il virus. Che non è mortale come ha detto Piero Angela. E non è mortale perché ha ucciso, sì, un milione nel mondo, ma ne ha colpiti 40 milioni accertati (ma, si stima, i colpiti potrebbero essere quattro volte di più). Vallo a spiegare ai morti, mi direte: le cose non cambiano, anche morissi io domani. Allora, perché abbiamo pianto quasi 37 mila morti? Troppe sedie dell’intero arco parlamentare sono occupate da geni, e il colore politico, ormai, non è più garanzia di sensatezza. Di Ugo la Malfa, in giro, non ce ne sono. Non sanno cosa fare, ma devono far vedere di stare a far qualcosa. Devono giustificare la loro sottile presenza nei luoghi del potere e il loro meno sottile emolumento. «Allo scopo di contrastare la pandemia», avrebbero potuto ordinare qualunque altra cosa: che so, recitare la Vispa Teresa tre volte al dì. O – perché no? – fare tutti una passeggiata a mezzanotte, e bere un bicchiere di birra alle 19. Tanto vale tutto e il contrario di tutto. Pensate che smacco se si scoprisse che il virus non sopporta la birra.

Sistema tedesco

Ho 66 anni, per il vaccino anti-influenza ho chiesto il regolare appuntamento. Me l’hanno dato fra un mese. Lo scorso settembre mia figlia si trovava a Berlino per studio. Dovendo trasferirsi a Edimburgo per la medesima ragione, pensò bene di vaccinarsi contro l’influenza prima di partire. Di lunedì chiese l’appuntamento, di martedì fu vaccinata. Ora capiamo perché, in proporzione, abbiamo avuto 5 volte più decessi della Germania. E non sapete quanto mi costa dirlo, visto che la Merkel mi fa una cordiale antipatia e non cambierei l’Italia con la Germania.

Cosa fare? Prendere atto che il patatràc fu fatto già in febbraio. Massimi responsabili: Conte e Speranza, Speranza e Conte. E se oggi il timore è, ancora, l’intasamento delle strutture sanitarie, la domanda è: cosa è stato fatto in questi mesi per evitare codesto intasamento? Ancora una volta: Conte e Speranza, Speranza e Conte. La loro colpa? Pura incapacità. Quando gli fu dato l’incarico, avrebbero dovuto dire: grazie, no, non sono all’altezza.

Franco Battaglia, 22 ottobre 2020

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