Trap, droga, omicidio: e la Meloni sbagliava sulle devianze?

L’omicidio di Michelle Causo sarebbe avvenuto per un debito di 30 euro. L’assassino si faceva immortalare con soldi e droga nei video

16.8k 75
Michelle Maria Causo morte

Uccisa per un debito di 30 euro. Sarebbe questo il folle movente che ha spinto il 17enne, originario dello Sri Lanka, arrestato per l’assassinio di Michelle Causo, uccisa con sei coltellate. Durante l’interrogatorio con il pubblico ministero, Anna Di Stasio, della procura minorile della Capitale, il figlio di cittadini cingalesi ha confessato di aver ammazzato Michelle nel suo appartamento, al civico 25 di via Giuseppe Benedetto Dusmet, nel quartiere di Primavalle, tra le 11,30 e le 15 di mercoledì 28 giugno. Per poi nascondere il corpo in un secco nero dentro un cassonetto a 250 metri di distanza dalla casa della vittima.

L’identikit dell’assassino di Michelle

Come circolato in queste ultime ore, l’assassino era un giovanissimo aspirante trapper, che nei video pubblicati sul suo profilo Tik Tok si faceva immortalare con soldi, sangue e droga, accanto a foto e torso nudo e testi di canzoni. Insomma, un chiaro identikit, quasi premonitore del gesto folle e criminale compiuto solo 48 ore fa. Una tragedia che ha fatto subito suscitare la reazione della madre e del padre di Michelle. “Me l’hanno ammazzata – ripete più volte la donna – voglio solo giustizia”. Ed il papà invece: “Era un amico, mia moglie l’ha conosciuto, veniva spesso. Lei non era incinta, non stavano insieme. Ma dico io, se una ragazzina ti respinge gli fai questo?”.

Sarebbe solo curioso capire cosa ne pensi veramente il mondo progressista, visto che – su tutti – la lotta contro le droghe nei confronti dei giovanissimi era stata prevista da Fratelli d’Italia, durante la campagna elettorale, come forma di devianza da combattere. E vi ricorderete sicuramente quali furono le critiche violente rivolte nei confronti di Giorgia Meloni.

Per approfondire:

Cortocircuito sinistra

La bufera scoppiò dopo la pubblicazione di un post con cui il partito di governo elencava, sui social, alcune “devianze giovanili”, su tutte come droga, alcolismo, tabagismo, fino ad arrivare all’obesità. A scatenare le polemiche fu l’allora segretario del Pd, Enrico Letta, attaccando a testa bassa la Meloni e lanciando sui social l’hashtag #VivaLeDevianze.

Sì, una critica folle, se solo pensiamo alla tragedia di Michelle Causo ed a quello che è l’identikit dell’assassino. Vedremo se, pure a questo giro, la sinistra ci rispolvererà l’ormai celeberrimo hashtag #VivaLeDevianze oppure se decideranno di affossare nel silenzio dell’imbarazzo, della soggezione, della disperazione. Un silenzio che rimarrà pur sempre assordante.

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Mettiti alla prova con il Porrogramma, il cruciverba di Nicola Porro
Exit mobile version