Trattate bene i vostri cani? Non li tenete incatenati? Non li abbandonate per strada? Siete razzisti. L’ultima perla del politicamente corretto ce la regala Katja M. Guenther, professore associato di Gender Studies alla University of California. Nel libro, appena uscito, The Lives and Deaths of Shelter Animals, la professoressa contesta le leggi che vietano ai proprietari di maltrattare i loro animali domestici.
Si tratta, per lei, di razzismo sistemico perché impone alle persone di colore (People of Color, PoC) le norme comportamentali delle famiglie bianche che “trattano l’animale come un membro della famiglia.” Le persone di colore non dovrebbero essere responsabili se maltrattano gli animali, perché le persone di colore sono oppresse dalla società. Quando parla dei volontari che recuperano gli animali maltrattati o abbandonati, la Guenther nota subito che sono in maggioranza bianchi (e, detto per inciso, è bianchissima pure lei). Poi passa ad accusarli di “consolidare gerarchie di potere e status sociale” contro i PoC e di “mantenere la diseguaglianze tra gli uomini, mentre si aiutano gli animali.” Gli animali diventano quindi “uno strumento per mantenere la supremazia bianca (an instrument for reproducing whiteness)” quando i suddetti volontari sottraggono il cane alla famiglia PoC che lo maltratta per darlo alla famiglia bianca che lo tratterà con le dovute cure. Analizziamo meglio questa aberrante (spero concorderete) filosofia di pensiero, alla base di tutta la nuova sinistra identitaria americana stile Black Lives Matter, e di cui i nostri media vi parlano molto poco.
Innanzitutto, con questo modo di ragionare, non è più importante cosa succede al cane. È importante il colore della pelle del proprietario del cane. Se un PoC sfrutta il cane nei combattimenti tra animali, va esentato. Se il bianco fa la stessa cosa, va arrestato. Questo è quanto propone la Guenther. Per quanto si parli spesso di ricchi e poveri, guarda caso non si fa mai l’esempio del bianco povero o del PoC ricco. Il discorso razziale-identitario è sempre prioritario sulle questioni di censo. Ora qualcuno penserà che questa Guenther sia una estremista stramba e che io stia furbescamente cercando di screditare una fazione politica (la nuova sinistra Woke) prendendo ad esempio un caso limite (fringe) non rappresentativo. Bene, la signora Guenther sarà pure una stramba ma è professore alla University of California con stipendi e benefit probabilmente a nord dei 100 mila dollari annui.