Politiche green

Trattori, l’ideona del Pd (a spese nostre)

La proposta dei dem per gli agricoltori ripropone il solito mito dei “pasti gratis” targato sinistra

pd schlein trattori

Sul suo sito online, il Partito democratico ha da poco pubblicato una sua proposta, in merito alla protesta degli agricoltori, che rappresenta un fulgido esempio di supercazzola, secondo una acquisita tradizione di questa forza politica. La premessa di tale proposta è basata, ovviamente, sul dogma granitico del cambiamento climatico e sulla conseguente ineluttabilità del cosiddetto Green Deal; ossia la via del progressismo europeo per raggiungere rapidamente l’inferno della desertificazione delle attività agricole.

“Come primo obiettivo politico – si legge nel documento – le forze progressiste e democratiche devono avere proprio questo: una contro-narrazione che affermi la verità dei fatti, respingendo al mittente, le destre, il tentativo di criminalizzare il Green Deal e la strategia Farm to fork che lo realizza in agricoltura. E in questa  contro-narrazione riaffermare il principio che la transizione verde, anche in agricoltura, per noi non può che avere un “cuore rosso”, cioè vedere l’investimento di risorse da parte dell’Unione e dei governi perché sia garantita la sostenibilità sociale di questa rivoluzione, che non può gravare sugli agricoltori e nemmeno sui cittadini.”

Ora, l’ultima parte di questo pistolotto rappresenta uno degli esempi che evidenziano la grande distanza che oggi intercorre tra il pragmatismo della maggioranza guidata dalla Meloni e l’approccio parolaio in stile supercazzola del più grande partito di opposizione. In pratica si ripropone il mito, a cui soprattutto gli agricoltori infuriati non sembrano credere affatto, dei pasti gratis, teorizzando l’esistenza di una sorta di politica magica che, in soldoni, impieghi ulteriori risorse per sovvenzionare le attività penalizzate dalla transizione verde, senza che ciò non pesi sulle tasche dei cittadini.

Ebbene, per ottenere ciò, senza aumentare la pressione tributaria allargata ci sono solo due modi: emettere nuovo debito pubblico, ovvero imposte future sempre a carico dei contribuenti, oppure stampare moneta dal nulla, con l’inevitabile ricaduta inflattiva di cui stiamo pagando ancora un duro prezzo. Inoltre, nel testo ci si rammarica di una certa timidezza dell’Europa nell’imporre misure ancor più rigide. “Per quanto riguarda il Green Deal – si legge – andrebbe evidenziato un dato: le misure verdi sono ben lontane dall’aver prodotto risultati effettivi e, nel corso di approvazione, hanno visto spesso una revisione in direzione di una minore audacia. Pensiamo alla riforma del regolamento sui pesticidi oppure alla cosiddetta legge sul ripristino della natura: molto meno ambiziose negli obiettivi e nei tempi originariamente indicati.”

In merito al comparto agricolo, poi, non poteva mancare una tocco di classica demagogia citando il gastronomo Carlin, alias Carlo Petrini: “Rimettere gli agricoltori al centro della filiera”. Il che, secondo il Pd, dovrebbe tradursi in una difesa dei produttori agricoli dalle presunte angherie della grande distribuzione. Da qui, proprio per rendere visibile l’attuale sproporzione di forze, l’esigenza di attuare la direttiva Eu del 2022 la quale stabilisce di rendere evidente al consumatore il costo reale di produzione. Una delle tante misure demenziali imposte dell’Europa che, non tenendo conto della costosa complessità dei passaggi che ci fanno arrivare i prodotti sulla tavola, non può che generare ulteriore confusione nell’opinione pubblica.

Infine, sempre in tema di norme demenziali, il Pd invoca “la modifica dei parametri minimi di frutta e verdura previsti dal Regolamento del 2011.” Non l’abolizione di regole assurde, dunque, che impediscono la vendita delle banane non il linea con la curvatura o delle mele, il cui calibro non può essere inferiore a 65mm, tranne la varietà Gala che, bontà dei burosauri, può scendere fino a 60mm. Francamente, cari compagni della parrocchietta rosso-verde, così come sostenne Deng Xiaoping a proposito del colore dei gatti, a noi incalliti liberali importa poco la dimensione della frutta o della verdura, l’importante è che sia buona e possibilmente a buon mercato.

Claudio Romiti, 16 febbraio 2024

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