Cultura, tv e spettacoli

Travaglio e Lucarelli, il flop di un quiz demenziale

Cultura, tv e spettacoli

Ci si è messo un trust di cervelli, Il Fatto, La9, la7, Caschetto: l’operazione era al limite del demenziale, far condurre un quiz a due dei personaggi più, come dire?, uhm, divisivi, va’, che non significa un cazzo ma è politicamente corretto, del panorama mediatico mondiale. Il risultato è il misfatto perfetto: il Raschiatutto di Travaglio e Lucarelli veleggia all’1,2% di share, a calare. Marcolino, in pieno rigor vivis, stecchito come la Giustizia offesa, che pare la palettina di Selvaggia la tuttemica, cioè di ogni cazzata fa una polemica. Con quesiti militanti sui banchi a rotelle, la cifra governativa della Azzolina, e siamo in attesa degli estremi marzulliani del tipo Conte è lo statista più grande di tutti i tempi o i tempi non sono grandi abbastanza per la grandezza di Conte?
Un trionfo, 1,2%.

Questo vuol dire che perfino gli insonni cronici, i sonnambuli, perfino i vampiri si rifiutano di vedere il Raschiatutto di Trav & Luk. Sai in Strange Days, quando le radio si accendono da sole: qui è il contrario, come partono loro due le televisioni si smorzano, i gatti scappano, i cani ululano: uuuh, che due palle. 1,2%: manco li cani, si dice a Roma. Manco li parenti, si mormora in giro, a volte con meschina soddisfazione (noi siamo del club, siamo brutte persone). Fosse toccato a un altro, sai le perculazioni, tutti e due scatenati in quel solito modo greve, scontato. Lo fanno il Mike e la Sabina de La9, inteso come spettatori paganti, e pare tutto normale (forse lo è): vanno avanti con catafratta spocchia, indifferenti al tracollo, fiduciosi di poter fare meglio: chiamassero il saltafila, così arrivano direttamente ai numeri negativi.

A La9 devono avere la vocazione al martirio: non bastavano le percentuali condominiali del duo Scanzi-Somma (somma di che? Di chi li segue, quarantaquattro gatti in fila per tre col resto di due grillini), ulteriormente ribassate quando arriva il Direttore con la giacchetta cartonata: mò pure il quizzettino surgelato. Che verve! 1,2%, hai capito, come direbbe il vecchio Bongiorno. Fastidioso già dal titolo, Carta Canta, sempre quel ditino alzato, ah, ve lo ricordiamo noi cosa dicevate ieri (vale per tutti tranne per la setta di Conte), carta canta, con noi non la si fa franca. Poi evocano la succursale della Berlinguer sul 3, Carta Bianca, uuuh, che calembour, che spasso, come a dire: ma noi siamo trasversali, stiamo dappertutto, canale 3, canale 7, canale 9, e ancora la menano con la bufala dei cani sciolti, dei perseguitati, degli anarcogiornalisti, ah, noi non abbiamo dietro nessuno. No, infatti: sono i più sovraesposti, cantano per il MoVimento più di regime che c’è, ogni nuovo caratterista che entra nel loro giro si ritrova immediatamente moltiplicato per tutti i canali: quanto deve durare ancora l’illusione ottica degli eroi solitari contro i poteri forti?

Se poi la gente non li segue (e sempre più non li legge), il fallimento è tutto loro. È solo loro. La struttura ce l’hanno, e pure la sovrastruttura. Hanno un giro mediatico che fa paura. Hanno sinergie, connessioni, impresari, entrature. Eppure fanno l’1,2%. Fanno milioni di follower sui social, come non dimenticano mai di rimarcare, ma se compaiono in tivù c’è il fuggi fuggi. Per due semplicissime ragioni.

1. Una è che i follower, esattamente come i voti, non si contano ma si pesano.

2. La seconda è che, a lungo andare, l’ubiquità rompe un po’ le palle, specie se non sorretta da adeguata empatia, e ci andiamo col piumino da cipria. La signora che s’infila in tutte le risse social, che vuol vedere i “novax” “ridotti a poltiglia verde”, il signorino col ditino sempre rigido che ostenta compatimento e però, lo ha ricordato in un mirabile ritratto Luigi Mascheroni sul Giornale, politicamente è peggio di Attila, credono di vivere nella loro bolla di adoratori; ma gli adoratori evaporano e, fuori, c’è un mondo di gente normale che non se ne fa niente dei loro birignao, della faziosità, dell’accusare tutti di leccare il culo al potere dal pulpito di un amplificatore a 5 stelle.

Dai, su, carta canta: 1,2% – no, dico: uno-virgola-due; incredibile! (Adolfo Celi presidente del Tribunale in “Febbre da Cavallo”), questo è l’unico Fatto, le chiacchiere stanno a zero. Le repliche di Orizzonti della scienza e della tecnica, quello che negli anni Settanta tramortiva Fantozzi “come una martellata in nuca” ai titoli di testa, passate alle 3 di mattina, fanno di più. Beati loro, che più floppano e più La9 gli lascia fare i loro giochini disastrosi. Almeno avessero il buon gusto di farsi due conti e di farsi da parte. “Ci ha poco da sorridere, lei” (il prof. Sassaroli al Perozzi di Amici Miei) con quei valori mediatici: sono meglio 3 sedute di Afasol da un’ora l’una.

Mai “quiz show” fu più travagliato, tribolato, imbarazzante. Già il battage era suicida, una roba da agenzia elementare: “Tante domande su avvenimenti e personaggi significativi di questi decenni e sugli aspetti più incredibili dell’attualità, per far divertire un pubblico affamato di notizie e desideroso di imparare qualcosa di nuovo”. Scusate, ma chi l’ha scritta, ‘sta roba? Il caregiver nella beauty farm? Ma come fate a invogliare a un pubblico dicendogli, sei una bestia, almeno impari qualcosa? E niente, è più forte di loro, non ce la fanno a non essere, nietzchianamente, quelli che sono. Carta canta, carta bianca, Catullo direbbe: cacata carta; il “quiz politico” di Trav & Luk è un disastro annunciato e certificato, ci sono le prove, ci sono (e come se ci sono) le pistole fumanti, fare peggio era impossibile, il povero, vecchio Mike si starà rivoltando nella tomba a centrifuga. Ahi ahi ahi, signora Lucarelli, lei mi è caduta proprio sullo share.

Max Del Papa, 1° agosto 2022