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Tridico farnetica: “Reddito di cittadinanza pure agli immigrati”

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Il leggendario Pasquale Tridico, presidente dell’Inps adorato dai 5 Stelle, è sempre sul pezzo. Non è bastato il palese fallimento del reddito di cittadinanza, che ha fatto più contenti i professionisti del nero e, addirittura, i boss che lo percepivano a sbafo, dei veri bisognosi; non è bastata la patente d’inutilità che si potrebbe tranquillamente assegnare ai navigator, sostanzialmente incapaci di collocare a lavoro qualche percettore del sussidio.

No. Per Tridico, la misura bandiera dei grillini è stata talmente benefica, che fosse per lui, la estenderebbe. Tanto che, intervistato dalla Stampa, spiega che “sono necessarie risorse aggiuntive soprattutto per le famiglie numerose e gli immigrati”, perché il “requisito di residenza in Italia di dieci anni” è “eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo”. Toc toc, Tridico! Ma te ne sei accorto che ci sono attività chiuse da un anno, imprenditori in ginocchio, partite Iva rovinate, esercizi commerciali che non riapriranno mai più e ai quali i governi, sia quello di Giuseppe Conte che quello di Mario Draghi, ha dato briciole? Te ne sei accorto che mentre tu ti balocchi con l’elemosina agli scaldasedia, un’aziendina che, nel 2020, ha perso 50 mila euro di fatturato, con l’ultimo decreto Sostegni può sperare al massimo in un contentino di 2.500 euro?

Pare proprio di no: Tridico non vede. Non sente. Ma riflette. E si fa venire la brillante idea di allargare anche agli immigrati, praticamente urbi et orbi, una misura che è già fallimentare se applicata a chi, se non altro, risiede stabilmente in Italia.

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