Dopo quattordici anni, il partito laburista ha vinto le elezioni nel Regno Unito. Una vittoria schiacciante ma ampiamente prevista, considerando le difficoltà dei Tories negli ultimo anni: la maggioranza è solida, sulla scia delle vittorie di Blair nel 1997 e nel 2001, tale da lasciar presagire un esito molto simile alla prossima tornata elettorale. Ma cosa farà ora il governo Labour guidato da Sir Keir Starmer? Tra annunci pomposi e un programma tutto da scoprire, potremmo vederne delle belle.
C’è grande curiosità per le possibili ripercussioni dei cambiamenti politici sull’economia, in particolare sull’inflazione e sulla crescita del Regno Unito. Secondo gli esperti di T. Rowe Price, il governo Labour adotterà un approccio prudente alla politica fiscale e spingerà per una riforma del mercato del lavoro. Entrando nel dettaglio, alcune politiche potrebbero mantenere l’inflazione al di sopra dei paletti, ma altre riforme – soprattutto lato offerta – potrebbero sostenere la crescita economica nel medio termine.
L’esecutivo Labour dovrebbe attenersi alle attuali regole fiscali, legate alla diminuzione del debito pubblico in percentuale del Pil entro cinque anni. C’è poco margine di manovra a livello fiscale, quindi difficilmente Sir Starmer potrà annunciare aumenti di spesa o tagli alle tasse. Le aspettative non sono luculliane: a meno di clamorosi stravolgimenti, le politiche economiche avranno un impatto minimo sui numeri. L’approccio sarà senz’altro prudente, questo significa che in caso di deficit di spesa sarà preventivato un aumento delle tasse e non un rialzo della quantità di finanziamenti presi a prestito.
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Per quanto concerne le riforme, quella del mercato del lavoro accenderà i riflettori sull’aumento del salario minimo e il suo collegamento all’inflazione. Un aiuto ai britannici con redditi bassi, così da ridurre le disuguaglianze sociali. Un’attenzione particolare anche alle riforme dell’edilizia, mirate ad aumentare il tasso di crescita dell’economia, senza però fare il passo più lungo della gamba per evitare brutte sorprese. Impossibile non soffermarsi sul rapporto con l’Ue: non ci sarà alcun tentativo di annullare la Brexit, ma non mancheranno le possibilità per stringere legami più stretti con Bruxelles. Come rimarcato dagli esperti di Nomura, sul tavolo possibili accordi commerciali ma anche in materia di difesa, sicurezza, istruzione, energia, ricerca e sviluppo.
In soldoni, il governo Labour non stravolgerà la linea britannica, almeno per il momento. Un buon segnale per la fiducia dei mercati. Servirà sicuramente del tempo per accelerare sulle riforme a sostegno dell’economia, ribadiscono gli esperti. La fiducia dei cittadini nei confronti di Sir Starmer è stata ribadita dal voto, ma ora inizia la parte difficile: resta da capire se le ricette ventilate dai banchi dell’opposizione saranno vincenti o meno.
Franco Lodige, 4 luglio 2024
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