Trocchia-Giudice, le accuse della giornalista di Report. Il giallo del Ghb

La festa di compleanno, i baci lesbo, il circoletto: cosa è successo quella sera? Il pm chiede l’archiviazione, ma la presunta vittima si oppone

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Trocchia Giudice

Questa storia della giornalista Rai di Report che sarebbe stata vittima di uno stupro di gruppo è incredibile. Incredibile come sia uscita soltanto oggi. Anzi forse è molto credibile visto che questa vicenda, pur avvenuta un anno e mezzo fa, riguarda la nostra casta dei giornalisti. Sempre ben protetta.

A quella festa di compleanno di Sara Giudice hanno partecipato decine e decine di giornalisti: per dire, c’era anche Corrado Formigli, il capo della festeggiata nonché una dei due accusati. Anche se il fattaccio sarebbe avvenuto alla fine del party, che ci fosse qualcosa di strano in quella serata lo si era capito sin da subito. Per carità: forse siamo noi bigotti a pensare che sia strano quel clima elettrizzante e sessuale che si può instaurare in qualche party pubblico a Roma. Qualche bacio lesbo non dovrebbe scandalizzare. E chi infatti da quel circoletto si aspettava un pochino di bigottismo in più se n’è andato presto.

Il presunto abuso, per come lo ricostruisce La Verità, sarebbe avvenuto sul taxi. Brevissima sintesi: quella sera, dopo mezzanotte, quando gran parte degli amici erano già andati via, la Giudice avrebbe assunto atteggiamenti disinvolti, tanto da suscitare i commenti di Trocchia. La presunta vittima aveva bevuto una birra e due gin tonic. Poi però a un certo punto, racconta lei, avrebbe consumato anche un sorso di whisky passato da non si sa chi. E da quel momento i ricordi si sarebbero fatti via via più confusi. Sul taxi, sotto gli occhi dell’autista (che sostiene di aver sentito Trocchia chiedere a Giudice il permesso di baciare la collega), ci sarebbero stati alcuni baci e palpeggiamenti. Estorti, secondo la denuncia; spontanei, secondo la difesa. Solo una volta sotto casa dei due, nonostante la richiesta di salire in casa, la giovane giornalista di Report sarebbe riuscita a recuperare un minimo di lucidità, a risalire sul taxi e a tornare a casa.

Secondo i legali di Trocchia e Giudice la ricostruzione della “dolorosa vicenda privata” fatta dalla Verità sarebbe stata “odiosa e falsa”, addirittura in contrasto “con le risultanze investigative che dimostrano la totale infondatezza della denuncia e della versione della denunciante”. Il pm, va detto, ha avanzato richiesta di archiviazione. Però dal canto suo la giornalista che ha presentato l’esposto si è opposta all’istanza chiedendo di essere interrogata secondo la normativa del Codice Rosso. Nella fase di indagine, infatti, il pm avrebbe ascoltato i due giornalisti indagati e alcuni testimoni, tra cui il tassista, ma non la presunta vittima. L’udienza è prevista per il prossimo 10 dicembre.

La ragazza, come raccontano gli amici che la conoscono da tempo, sicuramente da quella sera è cambiata. Si è presa qualche giorno di vacanza dalla Rai e ne ha parlato con gli amici più stretti. Nello Trocchia e la Giudice invece hanno sostenuto che si era trattato solo di un abbraccio in taxi, né più né meno. A quanto ci risulta, a sostegno della tesi dei due accusati ci sarebbero anche degli sms sul presunto fattaccio che non darebbero il senso di un avvenuto abuso.

Resta però il vero giallo che riguarda la “droga dello stupro“, il Ghb. La presunta vittima infatti ha qualche sospetto e il giorno dopo il fattaccio porta le urine in laboratorio per farle analizzare. Responso positivo al Ghb. Secondo i tam tam che corrono nelle redazioni, pare che la cronista abbia fatto congelare le urine. Il contro-esame della procura, realizzato a Tor Vergata, avrebbe però dato esito negativo. Esame che viene contestato nelle modalità dai legali della vittima. Quel che è certo è che non è stato fatto nessun esame del capello.

Una cosa è certa: ci sono decine di testimoni che hanno visto il bacio saffico tra le ragazze al party, anche se questo non ci sembra ancora un indizio per un possibile stupro. Semmai l’indizio di una serata del tipo “grande bellezza” fatto da un circolo Verdurin di sinistri pronti poi a scandalizzarsi per il bunga-bunga. Verrebbe voglia, ogni volta che Formigli e Emiliano Fittipaldi ce la menano col bunga-bunga, di chiedere loro cosa ne pensano delle festicciole dei loro giornalisti e di come si sentono le ragazze che vi partecipano.

È incredibile poi pensare, nel bene o nel male, che la presunta vittima e la presunta stupratrice si potrebbero trovare da quest’anno nella stessa azienda. E cioè in Rai. La Giudice infatti sarebbe in attesa di un contratto da Rai2 che vorrebbe strapparla a La7. Ovviamente nessuno di noi si augura che lei subisca lo stesso trattamento garantito a Filippo Facci, fatto fuori dal moralismo di sinistra per un semplice articolo scritto sul Giornale.

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