Vi preoccupa la possibilità di trovarvi di fronte una tromba d’aria? Ecco un decalogo per difendersi dalle trombe d’aria (o tornado), il fenomeno meteo più violento in Italia e la cui frequenza estiva è aumentata negli ultimi 15-20 anni, di pari passo con l’aumento dei temporali dai quali derivano con la classica nube ad imbuto (Funnel) che dalla nuvola temporalesca scende fino al suolo.
Le trombe d’aria sono il fenomeno meteo più violento in assoluto perché qui i venti possono soffiare facilmente a 100 -150 km/h, e in alcuni casi raggiungere addirittura i 400-500 km/h: impressionante, soprattutto se si considera che un vento di 100 km/h esercita, ad esempio, una spinta di 10 quintali al secondo su un metro quadrato di superficie verticale, come quella di un muro perimetrale o di un’auto! Ma allora, cosa fare se si avvicina una tromba d’aria. Ecco allora i consigli su cosa fare e cosa non fare.
Se ci si trova in casa
1. Stare lontani da porte e finestre, in genere facilmente frantumate dalla violenza del vento;
2. non rifugiarsi in mansarda perché anche il tetto viene di solito divelto, per aspirazione verso l’alto, dalla furia del vento;
3. rintanarsi ai piani più bassi, in cantina o in taverna;
4. staccare gli interruttori della luce e del gas per evitare corti circuiti e perdite di gas, a seguito dei danni provocati dal vento;
5. non toccare i rubinetti dell’acqua perché i fulmini della nube temporalesca che genera la tromba, si propagano anche attraverso le condutture metalliche;
Se si è fuori casa
6. Non ripararsi in prossimità di alberi, pali alti, strutture metalliche, distese liquide, perché attirano i fulmini;
7. non ripararsi a ridosso dei muri perimetrali delle case o delle strade perché possono crollare sotto l’enorme spinta del vento;
8. non rifugiarsi in strutture prefabbricate – come quelle, ad esempio dei centri commerciali – perché in genere non sopportano la furia del vento di una tromba d’aria;
9. abbandonare immediatamente auto o roulotte perché possono essere trascinate via dal vento;
10. in mancanza di più idonei rifugi, distendersi supini a terra, possibilmente negli avvallamenti più profondi del terreno, coprendosi la testa con le mani.
Colonnello Mario Giuliacci, 24 luglio 2023 (www.meteogiuliacci.it)
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