Esteri

Trump fa gli interessi degli americani. I nostri politici?

Il presidente Usa governa per tentativi ma con un unico obiettivo (non ambiguo): pensare solo agli Stati Uniti d’America

Trump © LPETTET tramite Canva.com
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Trump dà l’impressione di governare come molti hanno imparato a usare il computer: per tentativi. Clicca, sbaglia, corregge, riprova, ottiene un risultato e poi lo perde per un comando errato. Il tutto, apparentemente, senza mai consultare un esperto. Un metodo stentato, ma rigorosamente ispirato da una logica: ogni scelta, anche la più discutibile, ha come obiettivo l’interesse esclusivo degli Stati Uniti.

Trump può risultare scomposto, brutale, persino dannoso in alcune politiche – come con i dazi, che rischiano di ritorcersi contro l’economia americana – ma non è mai ambiguo. Non finge di agire per l’interesse collettivo dell’umanità. Fa politica solo nell’interesse degli americani e pazienza per il resto del mondo.

Questa coerenza lo rende una figura così estranea al nostro modo italiano di concepire la leadership, dove sembra che si voglia accontentare tutti tranne il proprio popolo. Se fossi americano, lo avrei nuovamente votato non solo per riflesso ideologico, ma perché avrei comunque potuto contare, al netto di tutti gli errori, su un presidente impegnato a difendere gli interessi del mio Paese.

Quelli che fatico a comprendere, invece, sono i trumpiani italiani. Non quelli che si ispirano al suo stile decisionista o alla sua visione sovranista (ci può stare), ma quelli che applaudono ogni sua mossa, anche quando danneggia l’Italia. Che lo difendono acriticamente anche quando mette a rischio il nostro export, la nostra industria, i nostri interessi nazionali.

Qui non siamo più nella politica, ma nella psicanalisi, alla voce “sindrome di Stoccolma“.

Giorgio Carta, 29 marzo 2025

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