Quando in Italia la premier Giorgia Meloni decise di istituire un ministero del Mare molti storsero il naso: a cosa serve? In fondo è ormai un’abitudine consolidata quella di annegare (scusate il bisticcio) le cose di mare nel gran calderone dei trasporti e del suo ministero; e ancora: la marina mercantile dei tempi d’oro, quella rinata grazie alla costituzione del Registro internazionale marittimo, è storia passata al punto che il numero di compagnie di navigazione stabilmente radicate in Italia è ormai esiguo….E via di questo passo.
È la marittimità la nuova arma…anche per l’Italia
Non si era probabilmente capito e si continua a non capire (forse con la sola eccezione della Premier che ha sempre abbinato il mare anche all’esecuzione del Piano Mattei e a un rilancio attraverso il Mediterraneo dell’Europa del Sud presa a calci per decenni dall’asse franco-tedesco) che la marittimità non è sinonimo di spaghetti allo scoglio, o di vacanze a Rimini.
La marittimità per un Paese come l’Italia può essere il driver di una ripresa complessiva di ruolo sullo scenario commerciale mondiale e sul rapporto fra economia e assetti geopolitici presenti e futuri nonché di alleanze internazionali.
Lo avevano capito le Repubbliche marinare, le Compagnie delle Indie…faticano e molto a comprenderlo anche i governanti europei. In tempi recenti proprio il fattore marittimità per l’Italia era stato oggetto di un progetto tutt’oggi in fieri del Seacs Centro Giuseppe Bono.
Lo ha capito, ed è questo il grande e rivoluzionario fattore di novità, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Impegnato nella partita a scacchi sui dazi, tacciato di follie dittatoriali, Trump ha messo in atto in queste ore una mossa che i fragili governi europei hanno tutto l’interesse a tenere nascosta.
Il Presidente Donald Trump ha firmato un ampio ordine esecutivo volto a rivitalizzare l’industria cantieristica americana in difficoltà, rafforzare la forza lavoro marittima e ampliare la presenza globale degli Stati Uniti nel settore della navigazione. In una parola fare del mare e della marittimità l’arma vincente non solo nella guerra commerciale in atto, ma anche negli equilibri e squilibri commerciali che ne deriveranno.
“Ripristinare la dominanza marittima USA”
L’ordine esecutivo già nel titolo la dice lunga: “Ripristinare la Dominanza Marittima degli Stati Uniti”. Il documento prende le mosse da una preoccupazione critica per la sicurezza nazionale, considerando che attualmente gli Stati Uniti costruiscono meno dell’uno per cento delle navi commerciali a livello mondiale, mentre la Cina ne produce circa la metà.
Al centro dell’ordine esecutivo vi è il Piano d’Azione Marittimo (MAP), che dovrà essere presentato entro 210 giorni. L’ordine affida al Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente il compito di coordinarsi con diversi segretari di gabinetto – tra cui i Dipartimenti di Stato, Difesa, Commercio, Lavoro, Trasporti e Sicurezza Interna – per sviluppare una strategia complessiva.
Rovesciare il mondo in 90 giorni
L’ordine stabilisce anche diverse iniziative chiave con scadenze specifiche:
- Entro 30 giorni, il Dipartimento dei Trasporti dovrà affrontare la ristrutturazione dell’Accademia della Marina Mercantile degli Stati Uniti e iniziare ad assumere il personale necessario per le strutture. Allo stesso tempo, i Dipartimenti della Difesa, dei Trasporti e della Sicurezza Interna dovranno rivedere i regolamenti esistenti per individuare opportunità di deregolamentazione.
- Entro 45 giorni, è previsto un riesame completo del settore cantieristico, con l’obiettivo di aumentare la concorrenza e ridurre i costi eccedenti nella costruzione di navi governative. (per intanto è stato già firmato un patto di collaborazione con i coreani in ch
- Al novantesimo giorno sono previsti diversi risultati, tra cui il coinvolgimento con alleati internazionali in materia di politiche commerciali, lo sviluppo di Zone di Prosperità Marittima, modellate sulle “opportunity zones” dell’era Trump 1.0, e un rapporto dettagliato sui bisogni dell’industria marittima. In questo periodo, il Dipartimento della Difesa dovrà inoltre sviluppare una strategia per la sicurezza delle vie d’acqua artiche.
Per quanto riguarda lo sviluppo della forza lavoro:
L’ordine impone una valutazione approfondita della formazione e dell’istruzione dei marittimi. Ciò include l’analisi del potenziale per la creazione di nuove accademie della marina mercantile e l’istituzione di borse di studio marittime nazionali, sia per esperti statunitensi che studiano all’estero, sia per esperti stranieri che insegnano negli Stati Uniti.
Un punto centrale è il contrasto alla dominanza marittima cinese. L’ordine incarica il Rappresentante del Commercio degli Stati Uniti di considerare l’introduzione di dazi su gru portuali e attrezzature di movimentazione merci fabbricate con componenti cinesi o da aziende influenzate dalla Cina.
Un Piano di finanza marittima
Per rafforzare le capacità interne:
L’ordine stabilisce un Fondo Fiduciario per la Sicurezza Marittima e un Programma di Incentivi Finanziari per la Cantieristica Navale al fine di garantire un finanziamento costante e a lungo termine per i programmi MAP, eventualmente sostenuto da dazi, tariffe o entrate fiscali. Queste iniziative mirano a fornire un finanziamento stabile per i programmi marittimi e a incentivare gli investimenti privati nelle infrastrutture cantieristiche.
L’ordine affronta anche le scappatoie nel sistema di rotte cargo legate all’attuale tassa per la manutenzione dei porti (Harbor Maintenance Fee), implementando una tariffa di servizio del 10% sul carico estero che entra attraverso i confini canadesi o messicani per evitare l’elusione delle tasse portuali statunitensi.
Per espandere la flotta commerciale statunitense, il Segretario dei Trasporti dovrà presentare, entro 180 giorni, proposte per aumentare immediatamente il numero di navi battenti bandiera statunitense nel commercio internazionale e migliorare i sussidi per le navi commerciali che possano risultare strategiche anche per uso militare.
“La capacità cantieristica commerciale e la forza lavoro marittima degli Stati Uniti sono state indebolite da decenni di negligenza da parte del governo”, si legge nell’ordine, sottolineando la necessità di un’azione immediata.
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Questa azione complessiva rappresenta probabilmente lo sforzo federale più ambizioso di rivitalizzazione marittima nella storia recente e segnala un cambiamento significativo nella politica marittima degli Stati Uniti, con l’obiettivo di ricostruire quella che viene definita una “base industriale un tempo forte”, affrontando al contempo le preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale e alla competitività economica nel commercio marittimo globale.
Bruno Dardani, 12 aprile 2025
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