“Adesso per voi saranno kèzzi amèri!”. Alzarsi al mattino e trovare il mondo al contrario: ma come, non era già tutto previsto? E invece. Invece tempi duri per i trans: in Algeria, la pugila con tutta l’attrezzatura maschile, in USA… Ma questa è un’altra storia, ne parliamo, magari, più avanti. Adesso c’è da registrare l’ennesimo disastro dell’opinionismo tricolore con relative lacrime: toh ,ha vinto Ciàmp, detto taicùn, adesso per voi saranno kèzzi amèri. Ma neanche tanto, fino a un certo punto, stante la complessità di un mondo contorto come non mai per cui il mio peggior nemico è spesso il migliore alleato. E poi si sa come vanno le cose: chi era ricco sfondato lo rimane, la plebe resta plebe. A prescindere.
Però, quei sondaggi già profezie! Però, quei ritratti maliziosetti, una sempre alla panna, l’altro sempre al vetriolo. Non c’era telegiornale che non facesse capire come la pensasse e, di conseguenza, come sarebbe andata: la profezia che si autoadempie, solo che, anche questa volta, non ha funzionato come non ha funzionato la pletora di boss leccaculi, stelline in menopausa della carriera o nel rigoglio, che si illudevano, che ammonivano, ieratiche, solenni, “votate per il bene”, e il bene aveva l’unica e sola faccia della Kamala dalla risata spaventevole. Il bene! Scritto sulla faccia dell’agenda woke, così tanto predicata, così poco praticata. Ma tutti, eh, anche gli ambientalisti per Puff Daddy, i Leo, i chissà chi, non ne mancava uno, a un certo punto sono spuntati pure i figli di Mick Jagger, e hai detto cotica, i figli, per dire: noi votiamo il bene.
Perché taicùn è riccastro, no? E allora tutti questi poveri figli di miliardari votavano la buona, la brava, quella che pare facesse spiare i cattolici a Messa. Si dice che nelle stanze vaticane abbiano messo i tappi perfino nelle orecchie delle statue, che l’inquilino argentino l’abbia presa come il cardinale cui la maldestra contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare amputa un dito nel pieno del varo della corazzata aziendale. Del resto, Kamala, povera Kamala… Ma che spasso però. Mesi e mesi a garantircela come stupor mundi, la Grandezza, l’illibata del potere, come se dietro non avesse avuto il rovinoso Obama formato esportazione, mesi di sondaggini truccati come formaggini scaduti, capace di una campagna stellare, ottima nel ribaltare previsioni e destini, suprema nel contrastare l’America psicotica, come scriveva un sempre più lucido e democratico Serra, in varia e pittoresca compagnia, dal piccolo eroico Parenzo, sul quale ha speso parole definitive l’esperta Paola Saulino, e dunque perché infierire, al nostro Olier Hardy da balera, Alan Friedman, e un milione di eccetera.
Radio, televisioni, giornaloni, giornalini, trafficoni e traffichini: tutti per lei. E la gente è con lei, il popolo è con lei, Dio è con lei, Jennifer Lopez è con lei, il Boss canta per lei, Hollywood è con lei, i neri son con lei (insomma), i pellerossa son con lei (mica tanto), le minoranze son con lei (si è visto), i migranti stanno con lei (come no), i camionisti viaggiano con lei (eeeh!), lei è buona, lei è bella, lei è santa, lei non può sbagliare, lei non può tradire, come il Cantautore di Edoardo Bennato, ma che li facciamo a fare ‘sti sondaggi, ha già vinto, ha già trionfato, taicùn non è degno di salire sul ring con lei, il Bene vince il Male, e poi, maledizione: vince Ciàmp. E uno la mattina si alza e non è tanto questo, è che ancora col caffè in gola viene investito dalle prefiche che ti spiegano oggi come mai ieri doveva vincere la Meravigliosa e domani invece ha vinto Ciàmp, l’infamone. “Eh, l’avevamo detto noi…”. Ma proprio no, avevano detto, predicato, sperato promesso giurato il contrario. Sai, i sondaggi all’italiana, che valgono per il giorno dopo.
Saranno volatili per diabetici? Si vedrà, ma più della metà dell’America, evidentemente, insieme all’Europa che ancora ragiona, poca, oggi sospira di sollievo non perché sia innamorata di taicùn ma semplicemente all’idea dell’incubo scampato, avesse vinto la Splendida splendente: la follia woke potenziata, rilanciata, imposta, dogmatica più che mai, mistica come non mai. In tutto questo spreco di profezie sballate, di vaticinii al contrario, di certezze morte sulle labbra, di piddinismo addolorato, nessuno ha saputo indicare la vera causa della disfatta del Bene: sta in una foto, è il frizzante ex ministro Speranza che, un italiano a Washington, reca un cartello di rara arguzia: K/Amala, ah ah ah. Quello è stato senz’altro il bacio della morte. O del vaccino. E c’è una logica, e una Nemesi, in tutto questo perché Kamala, la democratica, aveva obbligato centinaia di americani al siero, aveva gentilmente chiesto a Zuckerberg di Facebook, a Dorsey di Twitter, di spiare, mentire, censurare, cancellare, riferire, la distorsione sistematica della comunicazione social su Covid e vaccini da imporre con la forza (bruta) del Bene.
Una sporca faccenda, benché ammessa, anzi rivendicata dagli interessati, che ovviamente si prestavano con entusiasmo: nessun ricatto, se mai la convinzione di intraprendere una crociata per il Bene, che coincideva con l’amministrazione attuale. Eccoli lì i buoni, i democratici. E la loro santa Kamala, dopo aver fatto fuori il superiore suonato, è stata punita da un vaccinaro mesto, alle vongole, uno che dove arriva tutti con disinvoltura si toccano, si frugano furtivi. Che sfiga, ‘azz, ha vinto Ciàmp: manco i voti disgiunti son serviti. Sarà un disastro o un trionfo? Nessuno dei due, ma avesse vinto quell’altra, era tragedia sicura e in ogni caso lo spettacolo di abortisti, genderisti, uteristi in leasing, migrantisti sfondati, elettricisti nel senso dell’auto, perbenisti con le orgie, leccaculi con la chitarra, a rotolarsi e contorcersi come nella Geenna, non ha prezzo.
Allora, compagni, quando cominciate a espatriare? Forza, in fila per due e bene ordinati, che il Vulcania già vi aspetta. E senza fiatare, please.
Max Del Papa, 6 novembre 2024
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