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Trussardi controcorrente: “Mio padre escluso dai gay. Il green? È una moda”

© Baks e CGinspiration tramite Canva.com

L’intervista a Tomaso Trussardi, rilasciata nei giorni al podcast “1%” di Giacomo Freddi, ha fatto discutere. La conversazione, ricca di aneddoti e riflessioni, ha permesso di gettare luce sul percorso imprenditoriale del padre Nicola Trussardi e sulle dinamiche interne di un settore, come quello della moda, non tutto rosa e fuori. Ma ha creato soprattutto scalpore per questa frase: “Trattavano mio padre come un diverso e dico una cosa forte: perché non era gay”. 

Intervistato dal Corriere, Tomaso ha spiegato meglio il concetto e analizzato il contesto in cui suo padre costruiva l’azienda, evidenziando come all’epoca fosse considerato un outsider. “Mio padre veniva chiamato ‘il biondino con la valigetta’. Per il mondo snob degli atelier alla francese lui era un diverso”, ha affermato, sottolineando il provincialismo che affliggeva il settore. Nicola Trussardi, nonostante ciò, emergeva per l’eccellenza delle sue creazioni, come le borse in nappa plongé, apprezzate anche in mercati esigenti come quello giapponese.

La discriminazione subita da Nicola diviene più evidente quando Tomaso ricorda l’intervista del 1983 in cui suo padre rivelava: “Mi hanno sempre considerato un diverso e ho sfilato in maniera diversa”. Questo senso di esclusione si rifletteva anche nell’assenza di Trussardi dalla foto iconica del 1985, raffigurante alcuni dei più importanti stilisti italiani dell’epoca. “Non so precisamente il motivo per cui non venne inserito nel gruppo. Ma immagino che essere escluso dalla foto lo abbia fatto sentire un outsider”, ha detto Tomaso, evidenziando come suo padre avesse un fatturato ben superiore a molti dei presenti nello scatto. “Mio padre non era tipo da salotti, esattamente come me. Se non fai parte del sistema, il sistema ti rigetta – ha aggiunto – Ma da parte nostra non c’è mai stata alcuna chiusura: abbiamo lavorato con talenti della moda di cui non ci interessava conoscere il lato privato. Non mi piace etichettare le persone: c’è tanta ignoranza, non amo le battute da bar, come diceva Alessandro Manzoni ‘il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune’. A volte si segue la massa, senza interrogarci davvero su quali sono le nostre reali opinioni”.

A chi gli chiedeva se le sue dichiarazioni sul padre discriminato dai gay potessero avere qualcosa di “reazionario e non politicamente corretto“, Trussardi ha risposto candidamente: “Io ho amici gay e li rispetto profondamente. Riconosco che hanno una marcia in più e una sensibilità profonda dovuta anche al fatto di aver dovuto affrontare più ostacoli: però al tempo stesso non posso far finta che non esista un certo ‘protezionismo’ in questo mondo. Nel business non si può prescindere dal sistema di appartenenza: se non ti invitano, se non fai networking, di fatto sei fuori”. Infine, una nota amara: “Nessuno può prescindere dal mercato, adesso va di moda essere green e tutti abbiamo imboccato quella strada. Lo stesso vale per le curvy: ora vanno di moda loro e la moda le corteggia. Di fatto la moda insegue la moda”.

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