Illustri direttori, gentili caporedattori, illuminati commentatori, combattivi estensori di cronache: chi vi scrive non ha alcun titolo né per tenere né – meno che mai – per dare lezioni: non sono neanche iscritto all’ordine dei giornalisti. Mi limito a esprimere opinioni e a contribuire alla circolazione di idee, come posso, fin tanto che quelle opinioni e quelle idee incontreranno un minimo di attenzione e di domanda nel mercato. Tutto qui, senza pretese.
Tuttavia, permettetemi di lasciare a verbale un’impressione: mi pare che il vostro incessante lavorio di dita (auspicabilmente guantate) per controllare la prostata di Flavio Briatore, ormai da una settimana e più volte al giorno, a orari fissi, sia uno sforzo un tantino eccessivo, a meno che non abbiate già deciso di trasformare le testate (ex) maggiori del nostro paese in uno scombiccherato archivio di referti andrologici.
Prima, avete raccontato che il signor B. era in fin di vita, in condizioni gravissime. Poi, senza fare un plissé, lo avete intervistato, quindi gli avete parlato al telefono: esercizio improbabile per un paziente intubato. Quindi, lo avete perculato (perdonate l’oxfordismo) per aver chiamato in causa una prostatite, a vostro avviso una maldestra operazione di cover-up per tentare di mettere in secondo piano la sua positività al Coronavirus. Da quel momento, avete sguainato il vostro dito guantato per un’incessante e indefessa opera di palpazione, della quale ci avete dato conto in tempo reale. Per il momento – ma immagino che presto si porrà rimedio – è mancata la diretta in streaming.
Scusate se mi prendo la libertà di importunarvi: ma siete proprio sicuri che questo genere di “informazione” valga l’euro e trenta o l’euro e cinquanta che ogni giorno un cittadino dovrebbe sborsare per acquistare una copia del vostro riverito giornale in edicola? Vi capita di domandarvi se ci sia una qualche relazione tra il crollo delle copie vendute e le paginate che dedicate a questo genere di “informazione”?
Cordialità, e perdonatemi ancora se ho interrotto la palpazione.
Daniele Capezzone, 31 agosto 2020