Commenti all'articolo Tutte le balle sui “cattivi” di Visegrad
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Saverio Losurdo
21 Giugno 2020, 22:51 22:51
Si certo hanno cambiato idea per cosa?
Ma per le quintalate di soldi che prendono da questa illiberale UE, questi comunisti (perché comunisti sono rimasti, come lo sono gran parte dei popoli dell’Europa dell’Est).
Poi onestamente la UE nasce su basi ordoliberali non liberal, va da sé che i liberal esistono e hanno messo un po di sale qua e là, ma stiamo parlando più di forma che di sostanza, sui diritti civili ed umani, tanti principi ma poco o niente concretezza.
E gli ordoliberali sono quelli del trattato di Maastricht, quelli del fiscal compact, quelli delle regole e disciplina di bilancio, Draghi è allievo di Caffè, è stato influenzato dal neokenesismo di Modigliani, e un pochino dagli ordoliberali tedeschi che non lo hanno mai amato.
Ma voi vedete liberal dovunque…
Raffaello Ferrentino
21 Giugno 2020, 17:01 17:01
Il liberalismo e’ una filosofia politica che, non a caso. nasce e si sviluppa in Inghilterra e, di li’, si trasferisce nelle colonie d’ oltre Atlantico. Il cuore della concezione liberale e’ costituito dalla rivendicazione di sempre maggiori liberta’ individuali di ciascuno -e quindi di tutti- nei confronti dell’ autorita’ “pubblica” comunque essa sia costituita. L’ Europa continentale fu coinvolta solo marginalmente nell’ elaborazione e nell’ approfondimento della filosofia liberale. Per di piu’, la vicinanza temporale della Rivoluzione Americana con quella Francese genero’ una confusione teorica che ancor oggi permane: i due fenomeni, benche’ diversissimi, furono acomunati, e quello francese parve una prosecuzione del precedente. Niente di piu’ errato: il”common sense” inglese e’ distante anni luce dalla “Raison” francese: il primo, pratico e mediatore, inclina per sua natura, alla tolleranza; la seconda e’ una dea, la personificazione della “giustizia” e della “verita”, e’ l’ incedere della Storia che non ammette deviazioni verso il “Progresso” e che, naturalmente, conduce ai patiboli e alle dittature. Nei confronti delle religioni, il liberalismo le tollera tutte, perche’ non sono un suo problema, ma un rapporto privato con dio. Lo Stato liberale, che non si intromette nei rapporti privati tra le persone, figuriamoci se si intromette nei rapporti fra individuo e dio! Lo Stato della rivoluzione francese, addirittura deifica la Ragione: ancora un passo e… Leggi il resto »
Silvana Barnaba
21 Giugno 2020, 6:48 6:48
Nel complesso mi è piaciuto, ma ho una osservazione da esprimere. In alcuni punti del testo i concetti sono espressi con parole difficili da capire per chi è dotato da una cultura modesta. Il valore di chi scrive sta proprio in questo: farsi capire da tutti.
Filippo Pirro
20 Giugno 2020, 20:40 20:40
Sono 20anni che frequento quei Paesi, Ungheria in particolare, essendo mia moglie ungherese.
Vedere camminare ragazze da sole alle 4 del mattino per tornare a casa da la misura della civiltà del posto. È un lusso che in molti Paesi dell’ex blocco occidentale ci possiamo solo dimenticare.
Questo è ciò che ci hanno lasciato anni di sinistra e di politiche migratorie a dir poco avventate.
Credo di non poter mai più rientrare a vivere in Italia.
rosario nicoletti
20 Giugno 2020, 16:16 16:16
Credo che una valutazione sui cattivi di Visegrad, che poi coincidono con le ex-colonie dell’URSS, debba essere fatta levandosi gli occhiali delle ideologie di moda nell’EUROPA. Mi servirò di un esempio. Il cattivo Orban viene censurato dalla Corte Europea perché pretende che le ONG operanti nel suo Paese vengano registrate e dicano quali sono i loro finanziatori. Io trovo ineccepibile la pretesa di Orban; l’opacità delle ONG, le loro finalità politiche le abbiamo sperimentate sulla nostra pelle di italiani. Molto semplicemente sono convinto che i cattivi di Visegrad non siano altro che gente di buon senso, che non è abbagliata dalle stupidaggini che circolano nei paesi europei: ad esempio la spasmodica difesa delle minoranze, che si trasforma nella dittatura di queste ultime. Addirittura si pretende di reprimere il pensiero dissenziente. I paesi cattivoni, fino a pochi anni fa erano sotto gli scarponi chiodati dei comunisti russi, e non hanno ancora fatto in tempo a smarrire quella scala dei valori che assicura la serenità di giudizio, cosa invece accaduta nei nostri paesi.
AQUILAVOLSE
20 Giugno 2020, 15:53 15:53
Ma perché popoli come italiani, francesi, o tedeschi, popoli famosi in tutto il mondo per il loro sviluppo culturale, popoli che hanno scritto la storia delle arti, della letteratura, dei valori intellettuali, dovrebbero adeguarsi al modo di pensare di gente rozza come i polacchi o gli ungheresi? O peggio ancora degli altri conservatori dell’Est? Basta essere stati sotto il regime comunista per poter fare qualunque porcheria politica? Paesi che economicamente contano nulla dovrebbero insegnarci qualcosa? Questo articolo ha un senso? O forse è solo propaganda di destra senza capo né coda?
Si certo hanno cambiato idea per cosa?
Ma per le quintalate di soldi che prendono da questa illiberale UE, questi comunisti (perché comunisti sono rimasti, come lo sono gran parte dei popoli dell’Europa dell’Est).
Poi onestamente la UE nasce su basi ordoliberali non liberal, va da sé che i liberal esistono e hanno messo un po di sale qua e là, ma stiamo parlando più di forma che di sostanza, sui diritti civili ed umani, tanti principi ma poco o niente concretezza.
E gli ordoliberali sono quelli del trattato di Maastricht, quelli del fiscal compact, quelli delle regole e disciplina di bilancio, Draghi è allievo di Caffè, è stato influenzato dal neokenesismo di Modigliani, e un pochino dagli ordoliberali tedeschi che non lo hanno mai amato.
Ma voi vedete liberal dovunque…
Il liberalismo e’ una filosofia politica che, non a caso. nasce e si sviluppa in Inghilterra e, di li’, si trasferisce nelle colonie d’ oltre Atlantico. Il cuore della concezione liberale e’ costituito dalla rivendicazione di sempre maggiori liberta’ individuali di ciascuno -e quindi di tutti- nei confronti dell’ autorita’ “pubblica” comunque essa sia costituita. L’ Europa continentale fu coinvolta solo marginalmente nell’ elaborazione e nell’ approfondimento della filosofia liberale. Per di piu’, la vicinanza temporale della Rivoluzione Americana con quella Francese genero’ una confusione teorica che ancor oggi permane: i due fenomeni, benche’ diversissimi, furono acomunati, e quello francese parve una prosecuzione del precedente. Niente di piu’ errato: il”common sense” inglese e’ distante anni luce dalla “Raison” francese: il primo, pratico e mediatore, inclina per sua natura, alla tolleranza; la seconda e’ una dea, la personificazione della “giustizia” e della “verita”, e’ l’ incedere della Storia che non ammette deviazioni verso il “Progresso” e che, naturalmente, conduce ai patiboli e alle dittature. Nei confronti delle religioni, il liberalismo le tollera tutte, perche’ non sono un suo problema, ma un rapporto privato con dio. Lo Stato liberale, che non si intromette nei rapporti privati tra le persone, figuriamoci se si intromette nei rapporti fra individuo e dio! Lo Stato della rivoluzione francese, addirittura deifica la Ragione: ancora un passo e… Leggi il resto »
Nel complesso mi è piaciuto, ma ho una osservazione da esprimere. In alcuni punti del testo i concetti sono espressi con parole difficili da capire per chi è dotato da una cultura modesta. Il valore di chi scrive sta proprio in questo: farsi capire da tutti.
Sono 20anni che frequento quei Paesi, Ungheria in particolare, essendo mia moglie ungherese.
Vedere camminare ragazze da sole alle 4 del mattino per tornare a casa da la misura della civiltà del posto. È un lusso che in molti Paesi dell’ex blocco occidentale ci possiamo solo dimenticare.
Questo è ciò che ci hanno lasciato anni di sinistra e di politiche migratorie a dir poco avventate.
Credo di non poter mai più rientrare a vivere in Italia.
Credo che una valutazione sui cattivi di Visegrad, che poi coincidono con le ex-colonie dell’URSS, debba essere fatta levandosi gli occhiali delle ideologie di moda nell’EUROPA. Mi servirò di un esempio. Il cattivo Orban viene censurato dalla Corte Europea perché pretende che le ONG operanti nel suo Paese vengano registrate e dicano quali sono i loro finanziatori. Io trovo ineccepibile la pretesa di Orban; l’opacità delle ONG, le loro finalità politiche le abbiamo sperimentate sulla nostra pelle di italiani. Molto semplicemente sono convinto che i cattivi di Visegrad non siano altro che gente di buon senso, che non è abbagliata dalle stupidaggini che circolano nei paesi europei: ad esempio la spasmodica difesa delle minoranze, che si trasforma nella dittatura di queste ultime. Addirittura si pretende di reprimere il pensiero dissenziente. I paesi cattivoni, fino a pochi anni fa erano sotto gli scarponi chiodati dei comunisti russi, e non hanno ancora fatto in tempo a smarrire quella scala dei valori che assicura la serenità di giudizio, cosa invece accaduta nei nostri paesi.
Ma perché popoli come italiani, francesi, o tedeschi, popoli famosi in tutto il mondo per il loro sviluppo culturale, popoli che hanno scritto la storia delle arti, della letteratura, dei valori intellettuali, dovrebbero adeguarsi al modo di pensare di gente rozza come i polacchi o gli ungheresi? O peggio ancora degli altri conservatori dell’Est? Basta essere stati sotto il regime comunista per poter fare qualunque porcheria politica? Paesi che economicamente contano nulla dovrebbero insegnarci qualcosa? Questo articolo ha un senso? O forse è solo propaganda di destra senza capo né coda?