Cultura, tv e spettacoli

Tutte le bufale sulla cacciata di Giletti da La7

Chiuso il programma Non è l’Arena. Tanti misteri e una secchiata di bufale

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La cosa di questi giorni che più mi sta divertendo è questa vicenda di Giletti. Dietro alla chiusura di Non è l’arena si nasconde infatti il doppio standard secondo cui esistono alcuni giornalisti intoccabili, mentre altri che possono essere cacciati da un giorno all’altro. Non credo sia un mistero e i fatti di queste ore non fanno altro che confermarci che la chiusura dei programmi di alcuni giornalisti come Giletti e il sottoscritto non fa scomporre nessuno.

L’altro elemento emerso è il fatto che, intorno a Giletti, è nata tutta una grandissima letteratura di fake news che i giornali “per bene” hanno scritto. Ovviamente tutti zitti e muti e nessuno ne parla, tranne il mitico Filippo Facci su Libero che, quando serve, fa telefonate, legge le carte e chiama i soggetti interessati. Insomma, Facci cerca di fare quello che ha fatto per una vita, cioè il giornalista.

Per approfondire

Le fake news a cui mi riferisco riguardano le motivazioni della chiusura. Se ne sono dette tante, compresa la perquisizione mai avvenuta a casa del conduttore o i soldi in nero che avrebbe dato a Baiardo. Ovviamente tutto falso. Poi c’è da considerare anche la caccia alla fantomatica foto del 1992 di Berlusconi con Graviano e Delfino, che Baiardo avrebbe fatto vedere a Giletti. Già qui ci sarebbe da discutere: pur di gettare fango su Berlusconi si riesce a credere a Baiardo. Su questa foto sta indagando la procura di Firenze che ha già ascoltato Giletti due volte, per capire meglio di cosa si trattino queste foto, considerato che non sono emerse in nessuna perquisizione.

Alla procura, l’ormai ex conduttore di La7 ha detto che Baiardo gli aveva fatto vedere delle foto in cui ci sarebbero Berlusconi e il generale Delfino insieme ad una terza persona che potrebbe essere Graviano. Tuttavia, dice che quella foto non l’ha potuta nemmeno toccare quindi non sa se sia vera o meno.

Peccato però che quella foto sia diventata immediatamente la prova regina di questo complotto contro Giletti: il non detto dei giornali è che sia stato censurato per evitare che facesse una grande inchiesta contro Berlusconi e Dell’Utri.

Vedete, questi giornali sono straordinari: come scrive giustamente Facci, l’unico aspetto di questa vicenda che gli interessa è usare la storia di un collaboratore di giustizia come “un pezzettino di fango che potrebbe nascere da questa foto”. Insomma, questa roba è incredibile: nessuno si preoccupa del fatto che sia stato fatto fuori e ignorano il fatto che lo stesso Giletti, l’unico ad aver visto quelle foto, ai procuratori ha fatto intendere che non si può escludere che si tratti di fotomontaggi. Per di più, si parla di polaroid in cui non si riconoscono bene le persone.

Per capire quanto fantasiosa sia l’ipotesi di questi geni, provate ad immaginarvi Berlusconi ed un generale dei carabinieri che, nel ’92, si mettono in posa per farsi una foto con un mafioso e mandante di stragi. Quanto si deve essere coglioni per fare una cosa del genere? Ragazzi, queste sono stronzate alla Ciancimino. Ve lo ricordate? Per anni siamo stati dietro a Repubblica, a Santoro, e al giornalismo investigativo italiano per la trattative stato mafia. La conclusione? Erano tutte minchiate e tutti furono assolti. Nonostante ciò, oggi basta questa vicenda per credere che ci sia una polaroid di Berlusconi con Graviano.

Nicola Porro, 15 aprile 2023