Nella Zuppa di oggi vi ho voluto leggere una cosa pazzesca che ho trovato su Repubblica che vi dà il senso del giornalismo del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.
Questo governo ha deciso che le partite Iva avranno dal 15 giugno la possibilità di decidere se pagare un po’ più di tasse rispetto a quelle pagate l’anno precedente in cambio di meno controlli. Il ragionamento è semplice; il governo dice: “Senti partita Iva, tu l’anno scorso guadagnavi 100 euro e pagavi 10 di tasse. Il prossimo anno probabilmente guadagnerai 105 euro e quindi dovrai pagare 11 di tasse. Se aderisci a questa nostra ipotesi, paghi un pochino di più ed in cambio non ti rompiamo le balle.” Alcune di queste partite Iva hanno dei bassi indici di affidabilità, mentre altre pagano molte imposte e quindi sono considerate super affidabili.
Repubblica oggi come descrive questa contrattazione? “Attivo il software concordato per partita Iva infedeli”. È un falso, questo non è un concordato per le partite Iva infedeli, soltanto un pessimo giornalista finanziario può scrivere una panzana di questo tipo. Sì, perché questo è un concordato che riguarda tutte le partite IVA anche quelle, e sono un milione e mezzo, che hanno indici di affidabilità più alti. E questa è la prima bugia.
“Da stasera si potrà aderire al condono”, altra mega panzana. Questo non è un condono, è semplicemente un modo per lo Stato per garantirsi un introito mediamente maggiore considerato che non riesce a controllare tutti quanti. È un modo intelligente di utilizzare le scarse risorse che ha lo Stato che evidentemente a Giuseppe Colombo, firma di Repubblica, non piace.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 15 giugno 2024
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