La cancellazione di Trump da Fb e il ritiro della disponibilità a pubblicare il libro del senatore Hawley sono segnali preoccupanti che introducono una nuova fase: il discriminatorio processo alle idee ammantato, per giunta, dall’aureola della virtù democratica che in realtà è arbitrio. Occorre trovare un punto di equilibrio fra l’orgia della disintermediazione, che riconosce l’accesso incondizionato delle singole soggettività alla disputa pubblica, e l’enorme influenza in mano ai monopolisti delle società tecnologiche che concentrano un potere senza precedenti nel settore della comunicazione.
Andrea Amata, 9 gennaio 2021