In mattinata è arrivata la sua smentita, ma la possibile candidatura di Tomaso Montanari a Firenze non è una fake news dei giornali di destra. Il Movimento 5 Stelle ha corteggiato e sta corteggiando il rettore dell’Università per stranieri di Siena per la corsa a Palazzo Vecchio, con lo storico dell’arte che avrebbe posto come condizione l’appoggio del Partito Democratico per dare vita a una bella ammucchiata dalle tonalità giallorosse. Un compagno duro e puro, amatissimo da Lilli Gruber, spesso in prima fila contro i cattivoni populisti: il cv è all’altezza, su questo non ci sono dubbi.
L’ultima sparata del professor Montanari risale ad appena una settimana fa e ovviamente chiama in causa il governo guidato da Giorgia Meloni. Nel mirino l’astensione dell’Italia nella risoluzione Onu per una tregua a Gaza. “È una vergogna del nostro governo, mi vergogno a essere italiano in questo momento”, il j’accuse del rettore rosso, che non ha risparmiato stoccate all’Occidente: “L’ultima cosa che deve fare è dare l’impressione che usi due pesi e due misure sulle vite. Così diamo l’impressione che le vite degli alleati valgano di più rispetto a quelli che sono un po’ più scuri e meno cristiani di noi”. Ma l’elenco è bello folto.
Un rettore che ama la televisione e l’attenzione mediatica, il Montanari, pronto a tutto per qualche bel titolo di giornale. Basti pensare alla vergognosa messinscena dopo la morte di Silvio Berlusconi, con il no alla bandiera a mezz’asta. “Non è stata una scelta contro qualcuno o qualcosa, ma una scelta per la dignità dello Stato”, la trovata del pupillo di Giuseppi: “Nella nostra storia in certi momenti ci sono state delle persone che hanno detto no. Abbiamo dedicato dodici aule ai professori che decisero di non aderire al fascismo, ovviamente non è la stessa cosa, ma come si fa a dedicare delle aule a chi disse di no e poi dire sempre di sì?”. Un uomo tutto di un pezzo.
Come facile intuire, Montanari è un fiero oppositore dei leader di destra. Dopo aver parlato di ambiguità sul fascismo da parte di Giorgia Meloni – una sciocchezza smentita dai fatti – il 52enne ha denunciato presunti problemi del premier con la libertà di stampa e con gli standard occidentali. Ospite – ma che novità! – di Otto e mezzo, qualche settimana fa aveva accusato Meloni di fare il tifo per il bavaglio: “Un problema nel rapporto tra potere e stampa in Italia che è andato peggiorando. Meloni è un caso particolare”. Ma purtroppo la sparata più significativa riguarda le foibe. Come dimenticare infatti le sue filippiche in occasione della Giornata del ricordo: “La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica”. Una tragedia “ingigantita” secondo l’illustre professore, con la destra rea di farne un uso strumentale. Un pensiero – come gli altri del resto – che si commenta da solo.
Massimo Balsamo, 6 novembre 2023