Esteri

Tutti gli errori del sovrano Macron

Dalla sconfitta alle Europee alla sfiducia storia contro Barnier. Il solo colpevole è Emmanuel, rimasto solo

Macron 4 © GeorgyGirl tramite Canva.com

Parigi è nel caos, quella Francia che un tempo rappresentava un esempio di stabilità e democrazia sembra ormai essere un lontano ricordo. Ieri alle 20 l’Assemblea ha votato sulla mozione di sfiducia presentata dal Fronte Popolare capeggiato da Melenchon e su quella del Rassemblement National di Marine Le Pen, così oggi sono arrivate le dimissioni del premier Barnier.

Ripercorriamo le tappe che hanno portato a questa crisi: nelle elezioni europee che si sono svolte a giugno abbiamo assistito ad una vittoria schiacciante da parte del RN, questo ha indotto Macron, che è in declino di consensi, alla sconsiderata scelta di sciogliere il Parlamento portando la Francia ad elezioni anticipate. Il sistema elettorale francese è uninominale a doppio turno, nel primo turno è uscito vittorioso il partito di Le Pen, questo ha portato ad una grottesca alleanza nel secondo turno tra il “liberale” Macron e il comunista Melenchon, che disposti a tutto pur di non far vincere la destra hanno posto in essere il cosiddetto patto di desistenza, che chiedeva ai candidati dell’alleanza che fossero arrivati terzi di ritirarsi in modo da concentrare i voti sull’altro candidato. Questa forzatura-storpiatura della democrazia ha portato ad un Parlamento senza una maggioranza stabile. Il che era prevedibile, se cerchi di arginare il primo partito del Paese perché lo ritieni arbitrariamente impresentabile, e per farlo ti allei con chi non hai niente da spartire, come si può pensare che ne esca qualcosa di buono? Come si può pensare che ne esca un governo in grado di completare una legislatura? Possiamo riassumerla così la strategia adottata da Macron: “Intanto fermiamo la destra impresentabile, poi in Parlamento vediamo che fare”. E infatti abbiamo visto.

Dopo due mesi e mezzo dalle elezioni Macron sceglie Barnier, un moderato di destra, con l’approvazione del RN. Questa intesa con Le Pen però in questi giorni è venuta meno, la causa è la mancanza di un accordo sulla legge di bilancio che il premier voleva imporre appellandosi al controverso articolo 49 c.3 della Costituzione che gli permette di approvare un testo in materia finanziaria senza passare al vaglio del Parlamento. Da qui il putiferio, al quale Barnier ha cercato di mettere inutilmente una pezza facendo delle concessioni alla destra che le ha ritenute insufficienti. Secondo Bardella, presidente del RN, si tratta di un governo che “riannoda il filo del macronismo, che rifiuta di prendere in considerazione l’emergenza sociale e che ignora la necessità di rilanciare la crescita”.

Macron però non sembra intenzionato ad assumersi le sue responsabilità, e dall’Arabia Saudita affermava di non riuscire a credere ad un voto di sfiducia, e condannava il “cinismo insostenibile” del RN. Indubbiamente Le Pen ha un interesse particolare a far saltare il tavolo: lei, infatti, auspica le dimissioni del titolare dell’Eliseo. In modo tale che quest’ultimo proclami delle presidenziali anticipate e lei possa candidarsi prima del processo di marzo che la vede imputata e che potrebbe renderla ineleggibile. È chiaro a tutti però che l’unico responsabile di questo disastro sia Macron, che fa politica come se stesse puntando in un centro scommesse e ora si ritrova a dover gestire una difficile crisi parlamentare. Oggi è previsto all’Eliseo l’incontro con Bayrou, uno dei nomi forti per la successione di Barnier. Forse l’annuncio potrebbe essere dato già stasera, intorno alle 20 quanto Macron parlerà alla nazione. Intanto regna il caos. I francesi non sono abituati a certe situazioni, a differenza nostra. Dovrebbe chiedere consiglio alla sinistra italiana, che di inciuci parlamentari se ne intende.

Massimiliano Bertagna, 5 dicembre 2024

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