A breve entrerà in vigore il super green pass. Ma quali sono le contraddizioni della certificazione verde potenziata? Una delle più ovvie contraddizioni del super green pass è stata evidenziata da Nicola Porro nella sua Zuppa del 25 Novembre: “Il cittadino che non si vaccina può usare il tampone per andare a lavorare, ma non può fare il tampone per andare al bar o al ristorante. Ma siamo così sicuri che i vaccinati non portano la malattia?”.
A sostegno delle dichiarazioni del conduttore di Quarta Repubblica ci sono le parole del professore Günter Kampf dell’Institute for Hygiene and Environmental Medicine dell’Università di Greifswald su The Lancet che condanna la divisione ideologica tra vaccinati e non vaccinati, poiché i vaccinati continuano ad avere un ruolo cruciale nella trasmissione del virus. Nel Massachusetts ben il 74% dei contagi ha colpito persone vaccinate evidenziando un’alta carica virale. Dati simili sono stati riscontrati anche in Germania a Münster, dove ulteriori analisi hanno individuato significativi cluster anche tra la popolazione sottoposta alla doppia dose di vaccino. In Germania ben il 55% dei sintomatici di Covid-19 in pazienti con età pari o superiore a 60 anni riguarda individui completamente vaccinati.
Un’altra palese contraddizione emerge quando si finisce in zona rossa. In quel contesto il super green pass diviene inutile e tutti subiranno restrizioni. Inoltre, come fa notare Andrea Soglio su “Panorama”, i non vaccinati non possono avere una vita sociale ricreativa, ma possono salire su tram, bus e metropolitane affollate con il vecchio green pass. Anche il vicedirettore de “La Verità”, Francesco Borgonovo, ha evidenziato più volte i limiti del green pass per ottenere un tracciamento dei contagi: “Il green pass di fatto impedisce di fare il tampone ai vaccinati, quindi se una persona si è vaccinata mesi fa e magari risulta positiva non sappiamo quanti contagiati abbiamo visto che non si sono sottoposti al tampone”.