Rassegna Stampa del Cameo

Tutti in un cul de sac. 4 considerazioni sulla crisi dell’establishment - Seconda parte

3. Il giochino vale pure per l’Establishment: anche loro non sanno come uscire dal cul de sac di chiacchiere ove si sono avvolti. Un giorno sognano l’arrivo di “Mr. Spread” (eppure dovrebbero sapere che il “mercato” sa far di conto). Un altro, addirittura di eliminare la loro bestia nera, Matteo Salvini per via giudiziaria. Ora sognano che arrivi Mario Draghi, un anziano signore dalla straordinaria carriera incrociata pubblico-privato da sempre immerso in quel modello politico, economico, culturale che ha ucciso il “liberale” ascensore sociale. Anche l’Establishment dovrebbe esprimere i suoi giovani gilet gialli, seppur targati Ztl.

4. Infine, una riflessione sulla grande stampa, prendendo a riferimento solo le sette principali testate, dove il loro leader ha “rotto le acque” delle 200.000 copie. Eppure, sono tutti schierati sulle posizioni del passato, non una delle sette testate che, almeno all’apparenza, non pratichi azioni markettare di riposizionamento editoriale. I talk show poi si sono tutti radicalizzati a immagine e somiglianza di Lilli Gruber. Fuori dal coro tv restano Nicola Porro, grazie anche alla sua giovanile “Zuppa” (ultimo giornalista liberale nature su piazza), mentre da quello cartaceo si salvano La Verità, Italia Oggi, e poco altro. Per questo ho fondato Zafferano, non certo per prendere lettori dai pochi rimasti, ma per riportare alla lettura dei giornali le giovani generazioni. Personalmente mi rifiuto di lasciare ai miei nipoti un mondo così sbrindellato, succube dell’ormai ridicolo politicamente corretto dei dem americani.

Cari amici editori e direttori, ripetiamo sempre che siamo entrati in un mondo nuovo, è vero, ma pare non valga per noi: preferiamo rimanere al calduccio nei nostri bunker mentali. È ora di abbandonare l’osceno smog del mainstream, gettare nel cassonetto il linguaggio da bugiardino farmaceutico con il quale ci esprimiamo. Non perdiamo il privilegio di ragionare con la nostra testa e il nostro cuore, fra poco arriverà la generazione “Z”. Non è come le altre, è molto meglio, e ci giudicherà.

Riccardo Ruggeri, 12 aprile 2019

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