Uccidono di più le vespe: perché sono contrario ad abbattere l’orso

La “soluzione” del problema Jj4 non può essere il fucile. Inutile ammazzarla: il rischio zero non esiste, uomo e orso devono convivere

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La complessa vicenda dell’orso assassino, al pari di altre questioni di primo piano, mi fa venire in mente una scena di “Maledetti vi amerò”, in cui il confuso protagonista, uno straordinario Flavio Bucci, elenca una infinita lista di persone e di cose, attribuendo ad esse l’etichetta di destra o di sinistra.

Qualcosa di simile mi sembra che stia accadendo sulla condanna a morte del plantigrado decretato dal presidente del Trentino-Alto Adige, il Leghista Maurizio Fugatti. Infatti, sembra quasi che si sia quasi obbligati a schierarsi per le due opzioni in ballo, abbattimento o trasferimento dell’orsa in un luogo protetto, a seconda delle proprie preferenze politiche. Il che, come accade alle tifoserie da stadio, annulla lo spirito critico e obnubila il giudizio.

Abbattere l’orso oppure no?

Personalmente la penso grosso modo come Vittorio Feltri, sebbene le mie considerazioni siano meno legate agli aspetti sentimentali sostenuti dal direttore editoriale di Libero. Per dirla in estrema sintesi, se la ragione dell’abbattimento è legata alla sicurezza di runner, visitatori ed escursionisti, essa è da ritenersi sostanzialmente inutile. In primis perché la morte di Jj4 non garantisce che altri suoi consimili, ricorrendo le analoghe condizioni che l’hanno resa pericolosa, non si rendano protagonisti di atti aggressivi nei riguardi dell’uomo.

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Il rischio zero non esiste

Inoltre, ed è questo a mio avviso il punto nodale della questione, in un Paese drammaticamente affetto dalla paranoia del rischio zero, in cui si pretende che la mano pubblica faccia ogni sforzo per garantirlo, in prospettiva non serve a nulla eliminare i tre orsi individuati, perché nella convivenza tra l’uomo e l’orso qualche problemino ci sarà sempre. È nell’ ordine delle cose. Tanto varrebbe, quindi, eliminare tutti gli orsi e festa finita, come si dice in Toscana.

In realtà, così come è accaduto per molte delle demenziali misure imposta durante la pandemia di Sars-Cov-2, la decisione adottata da Fugatti di abbattere l’orso, che non approvo ma che comprendo perfettamente, rappresenta una risposta facile ed immediata ad un problema estremamente complesso, soprattutto in un sistema in cui la maggioranza dei cittadini si aspetta da chi governa una soluzione rapida e a buon mercato per qualunque problema.

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Ma dato che questa soluzione rapida e a buon mercato non esiste, gli amministratori di turno adottano le prime cose che si trovano a portata di mano. Così accade che per un virus a bassa letalità, in una escalation di scemenze, dopo averci chiusi in casa per due mesi, abbiamo brevettato i banchi a rotelle e l’obbligo delle mascherine all’aperto, mentre nell’unico caso di attacco mortale ad un uomo che ricordiamo a memoria, il brutale abbattimento di alcuni orsi ( ricordiamo che a caldo lo stesso Fugatti voleva eliminare un cinquantina di esemplari) rappresenta la risposta più facile e a buon mercato da offrire ad una cittadinanza terrorizzata.

Più letali le vespe dell’orso

A questo proposito, secondo il National Park Service statunitense, la probabilità di venire attaccati da un orso è pari a una su 2,1 milioni. In altre parole, dati statistici alla mano, è più facile venire uccisi da una vespa che da un orso. La più recente ricerca scientifica sul tema è stata pubblicata su Scientific report nel 2019. Realizzata dai ricercatori delle Università di Oviedo (Spagna) e del Muse di Trento, ha registrato 664 attacchi di orso bruno europeo (Ursus arctos, la specie che vive anche in Trentino), compiuti in 15 anni in tutto il mondo: dal 2000 al 2015.

Tutto questo è poca cosa rispetto ai 340 morti in incidenti di caccia citati da Feltri. Ma, evidentemente, queste ricorrenti tragedie non evocano il rimosso di antichissimi episodi in cui, in una spietata lotta per la sopravvivenza, l’animale uomo aveva solo due alternative: uccidere le belve o venire da esse ucciso. Per nostra fortuna non siamo più in questa condizione e, onde evitare il basso rischio di un brutto incontro, sarebbe sufficiente consentire l’acquisto di un banale spray al peperoncino. Ma essendo quest’ultimo vietato in Italia, non si sa bene perché, facciamo prima a fucilare gli orsi. D’altro canto come diceva Stalin a proposito degli uomini che intendeva eliminare, nessun orso nessun problema.

Claudio Romiti, 20 aprile 2023

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