Ucraina, dubbi sulla controffensiva (ma c’è un colpo di scena)

I risultati della controffensiva ucraina tardano ad arrivare, ma ci può essere un punto di svolta a Kherson

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Respinti più di dieci attacchi in solo 24 ore. È questo il bilancio della controffensiva ucraina, due giorni dopo il tentativo di golpe portato avanti dal gruppo mercenario Wagner. Un’avanzata che, nei fatti, non sta andando come previsto sia dai vertici di Kiev, che da quelli dell’alleanza atlantica. Questo sabato, era  lo stesso Zelensky ad ammettere come la controffensiva stesse andando “più lenta del previsto”, per poi arrivare alle rivelazioni della Cnn, la quale ha invece affermato che anche Washington sarebbe particolarmente delusa dei risultati fino ad ora ottenuti.

La situazione sul campo

I russi continuano a difendere le proprie conquiste intorno alla regione del Donbass, ed è direttamente il ministero russo a dichiarare che l’esercito ha respinto attacchi della resistenza ucraina in quattro aree in prima linea. “Nelle ultime 24 ore, le forze ucraine hanno tentato un’azione offensiva, respinta con successo dall’esercito” di Mosca, in particolare nelle regioni di Donetsk Zaporizhzhia. Una situazione che ha frenato anche i vertici di Kiev, quando i leader militari avevano invece dichiarato sabato di aver compiuto dei passi in avanti nella controffensiva.

Per approfondire:

Il ministro della Difesa ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato di aver avuto uno “scambio di valutazioni” con il Segretario di Stato americano, Anthony Blinken. Il contenuto del colloquio però non è stato specificato, ribadendo solo che “l’Ucraina rimane concentrata sul raggiungimento degli obiettivi della controffensiva”. Ma non può essere esclusa l’ipotesi più scomoda per Zelensky, ovvero quello di un allarme evidenziato dalla Casa Bianca circa i risultanti che sul campo di battaglia scarseggiano.

La possibile svolta

Una novità, però, è arrivata in queste ultimissime ore. L’esercito ucraino, infatti, ha superato il fiume Dnipro a Kherson, con un centinaio di uomini delle unità di assalto, che ora hanno trovato rifugio all’interno degli edifici intorno al ponte Antonovsky, nelle aree della regione che sono ancora sotto il controllo del nemico russo. I militari sono coperti dal fuoco dell’artiglieria e da sistemi di oscuramento, in grado di impedire ai droni di Mosca di volare e inviare le coordinate della posizione degli ucraini per colpirli con estrema precisione.

Un fronte che, quindi, potrebbe comportare la nascita di un punto di sfondamento a sud, nelle zone di Kherson, affiancato però dalla situazione di stallo che c’è a nord-est del Paese, nelle zone di Bakhmut, il reale obiettivo di quest’ultima controffensiva di Kiev. Il ritiro delle forze del Cremlino, come già accertato sabato dal segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina, Oleksiy Danilov, non è arrivato e pare che i combattimenti si protrarranno ancora per lungo tempo. Ci sarà da stabilire fino a quando la resistenza ucraina riuscirà a sostenere la controffensiva, sia in termini numerici che di forniture militari. E, in caso di risultati negativi, come reagirà l’alleato americano.

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