Lo scontro è ormai frontale. Definitivo. Drammatico, per l’Ucraina. Dopo i primi incontri in cui sembrava che Volodymyr Zelensky fosse riuscito a trovare la lunghezza d’onda di Donald Trump, con tanto di promessa di cedere agli Usa gran parte delle proprie terre rare, ora i rapporti tra la Casa Bianca e il presidente ucraino sono ai minimi termini. Tanto che Trump è arrivato a definire Zelensky un “dittatore” incapace di capire che se insiste così finirà col perdere l’intero Paese.
Tutti inizia ieri con le dichiarazioni choc di The Donald a seguito del primo incontro a Riad tra Russia e Stati Uniti. Il presidente americano ha implicitamente accusato l’Ucraina di aver “provocato la guerra”, non si sa bene come, invettiva a cui oggi Zelensky ha risposto per le rime. Per il presidente ucraino, Trump sarebbe vittima della disinformazione russa, in particolare sul fatto che – secondo la Casa Bianca – Zelensky godrebbe solo del 4% di gradimento tra la popolazione eppure insiste a voler rimanere in carica grazie alla legge marziale (secondo i sondaggi più recenti, in realtà, sarebbe al 57%).
La risposta di Kiev ha reso ancor più dura la contro-replica del tycoon. Zelensky è “un dittatore senza elezioni”, ha scritto Trump sul suo social, “farebbe meglio a darsi una mossa o non gli resterà più un Paese”. Il presidente Usa ha ribadito che sta “negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, qualcosa che tutti ammettono che solo la mia amministrazione può fare”. Anche perché “Biden non ci ha provato, l’Europa ha fallito e Zelensky probabilmente vuole andare avanti con questa gallina dalle uova d’oro”. Trump giura di “amare l’Ucraina”, ma accusa il presidente ucraino di aver fatto “un lavoro terribile”: “Il suo Paese è distrutto e milioni di persone sono morte senza motivo”. E ancora: “Zelensky ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato sono ‘mancanti’. Si rifiuta di indire elezioni, va molto male nei sondaggi ucraini e l’unica cosa in cui è stato bravo è stato manipolare Biden“. Per The Donald, il leader di Kiev è un “comico modesto” che “ha fatto spendere agli Stati Uniti 350 miliardi di dollari con una guerra che non poteva essere vinta e che non sarebbe mai dovuta iniziare”.
Secondo quanto trapelato in queste ore, tra le richieste fatte da Putin agli Usa, e accettate dallo stesso Trump, ci sarebbe anche il ritorno al voto in Ucraina. Dal canto suo, Putin oggi ha definito “inappropriata l’isteria” di Kiev e ha assicurato che “nessuno esclude l’Ucraina” dal processo negoziale.”Il presidente Trump mi ha detto durante il nostro colloquio telefonico che, naturalmente, gli Stati Uniti presumono che il processo di negoziazione avrà luogo con la partecipazione sia della Russia che dell’Ucraina”, ha spiegato il capo del Cremlino, citato dall’agenzia Interfax.