Esteri

Ucraina, l’Occidente non dia retta a Bergoglio

Lo hanno capito in pochi, ma in ballo c’è il futuro dell’intero mondo occidentale

Ucraina Papa Francesco © Daboost e demarfa tramite Canva.com

Se davvero vuole salvarsi da un’annunciata e ingloriosa fine, l’Occidente non dia retta a Bergoglio. E si badi bene, quando parlo di Occidente intendo dire la civiltà occidentale nella sua interezza, e non solo l’Ucraina, che comunque ha già ampiamente provveduto a rispedire al mittente gli inviti alla resa fatti pervenire dal Pontefice. Perchè, per chi non lo avesse ancora compreso, in terra ucraina non si decideranno soltanto le sorti di Kiev. La posta in gioco è ben più alta: in ballo c’è il futuro dell’intero mondo occidentale.

Ciò, ovviamente, non equivale a dire che gli ucraini dovranno a tutti i costi immolarsi in nome della causa occidentale, ma sventolare mestamente bandiera bianca non rappresenta certamente la soluzione ideale. Né per l’Ucraina stessa, che verrebbe di fatto inghiottita dalla Russia, né tantomeno per I’Occidente, che si troverebbe a dover fare i conti con un Vladimir Putin di certo rinvigorito ma possibilmente non sazio. D’altronde, chi può garantirci che le mire espansionistiche dello zar si limiteranno all’Ucraina, e che Kiev basterà a placarne gli appetiti? Nessuno. Perché Putin potrebbe anche non accontentarsi. O magari potrebbe farlo, ma solo nel breve periodo. E in futuro? Quale sarà l’approccio della Russia nei confronti dei paesi europei dopo aver archiviato vittoriosamente la partita ucraina?

L’unica certezza al momento è che l’eventuale resa di Kiev rappresenterebbe soltanto una via di fuga temporanea, ma non necessariamente una garanzia di pace di lungo periodo. Per capirlo basterebbe conoscere la storia. L’odierna posizione dell’Ucraina ricorda infatti, per certi versi, quella della Cecoslovacchia alla vigilia del secondo conflitto mondiale. Proprio come alcune regioni dell’Ucraina oggi, anche all’epoca vasti territori della Cecoslovacchia divennero oggetto delle ambizioni imperialiste di Hitler. Come noto, le principali democrazie occidentali del tempo, Francia e Inghilterra in testa, per scongiurare il rischio di una guerra europea cedettero alle richieste della Germania nazista assecondando di fatto i desideri di annessione del Fuhrer. Era il 1938. Tutti sappiamo come sarebbe andata a finire di lì a poco. Hitler rimase ben presto deluso dagli accordi di Monaco e la tanto temuta guerra fu così soltanto rimandata di pochi mesi.

“Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”, avrebbe commentato poco dopo Winston Churchill riferendosi agli accordi della Conferenza di Monaco. Orbene, la posizione palesata da Papa Bergoglio in riferimento alla possibile risoluzione del conflitto russo-ucraino pare richiamare proprio la politica dell’appeasement adottata all’epoca dal primo ministro britannico Neville Chamberlain nei confronti della Germania nazionalsocialista. Una servile accondiscendenza che nei fatti spianò la strada ad Adolf Hitler e non servì ad evitare la barbarie della guerra. Senza Churchill (successore di Chamberlain alla guida del governo inglese) e la sua politica di “lacrime e sangue”(in netta contrapposizione con l’appeasement chamberlainiano), l’Europa intera sarebbe divenuta nazista. Ottantasei anni dopo gli accordi di Monaco, le democrazie occidentali si trovano nuovamente di fronte a un bivio. Da una parte l’appeasement bergogliano, dall’altra la strenua lotta per la libertà contro la ferocia dell’imperialismo russo, sulla scia di Karol Wojtyla, il predecessore di Bergoglio al soglio pontificio che con il suo coraggio seppe liberare l’Europa dal pericolo sovietico. Se non vuole soccombere l’Occidente impari da Churchill e Wojtyla. Historia magistra vitae.

Salvatore Di Bartolo, 12 marzo 2024

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