Esteri

Ucraina, Nato, atomica. Parla Dugin: “Vi svelo cos’ha in mente Putin”

Esteri

Lo chiamano “l’ideologo di Putin”, probabilmente lo si può definire “vicino al Cremlino”. Di sicuro è un pensatore, filosofo e politologo che vale la pena leggere attentamente quando parla. Perché fornisce une lettura dei fatti ucraini diversa da quella occidentale, perché conosce Putin (di cui smentisce presunte malattie: “È sano, lucido e molto forte”) e può forse rivelare cosa abbia davvero in testa il presidente russo dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina di 19 giorni fa.

Dugin, intervistato dal Giornale, si trova a Mosca e riporta una situazione in città diversa da quella presentata dai media occidentali, tra proteste dei dissidenti e arresti di massa. “La popolazione appoggia completamente Putin – dice il filosofo – Non c’è una vera opposizione. E non tanto perché c’è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. L’opinione pubblica qui ha ben chiari gli scopi di Putin ed è preparata perché comprende che la pressione della Nato conto le nostre frontiere è inaccettabile”.

Su questo punto si è molto discusso. Il professor Alessandro Orsini, “censurato” dalla Luiss, lo ripete da giorni: l’invasione va condannata, ma qualche colpa potrebbe avercela pure la Nato. “Dopo il 1989 la Russia ha perso autorità sulle sue zone di controllo a favore dell’occidente e l’occidente ha acquistato influenza in questo vuoto – spiega Dugin – Si è dissolto il patto di Varsavia e si è rafforzata la Nato”. Poi sono arrivate la rivolta del 2014 a Kiev, piazza Maidan, l’annessione della Crimea, la guerra nel Donbass. “L’Ucraina si è separata dalla Russia ed è diventata indipendente a poco a poco si è avvicinata alla Nato – insiste il filosofo – ma ha potuto farlo perché negli anni Novanta quella di Gorbaciov e poi di Eltsin era una Russia debole. Ma quando è tornata forte con Putin, la pressione permanente della Nato contro i nostri confini – qualcosa che nessuno può negare – non è stata più accettabile”. Secondo Dugin sarebbe bastato che la Nato vietasse all’Ucraina l’ingresso nell’Alleanza. Così non è andata “ed ecco la guerra”.

Quali sono gli scopi di Putin? Sarebbero due, dice l’ideologo del putinismo. Primo: “denazificare un Paese il cui governo ha non solo tollerato ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull’odio contro i russi”. E secondo: “cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l’Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa”. Insomma, un modo per “difendere una zona di interesse vitale” per la Russia che l’Occidente aveva cercato di “occupare” durante “un momento di debolezza di Mosca”.

Ci vorrà però ancora “un mese”, assicura Dugin, prima che la guerra abbia fine. “L’esercito russo vincerà. Non c’è alcun elemento inaspettato in questa guerra per Putin”. Ricorrerà all’atomica? “Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all’Ucraina, insomma se l’Occidente sosterrà indirettamente Kiev – tutte azioni legittime – non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari”.