Col passare delle settimane e con l’arrivo del “generale inverno”, la guerra tra Russia e Ucraina vede sempre più lontana la parola “fine”. Se, al termine del 2022, le forze di resistenza di Kiev erano riuscite a riconquistare il 50 per cento dei territori occupati dai russi, la controffensiva di Mosca nei pressi di Bakhmut – ormai diventata una città fantasma – ha portato un brusco contraccolpo all’avanzata dell’esercito di Zelensky.
Ora, la “situazione sul campo diventa più difficile” – come confessato dallo stesso leader ucraino riferendosi ai combattimenti in Donbass – e la strategia russa di attaccare Bakhmut e Vugledar, nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale, “mira a ritardare la controffensiva di Kiev”, ribadito anche dal portavoce della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, Andriy Yusov. Avanzate, quindi, che hanno portato necessariamente a calibrare gli obiettivi degli ucraini, sorti dall’inizio dell’offensiva di quest’estate, anche se la precondizione per un negoziato – come più volte ribadito da Zelensky – rimane il ripristino della sovranità di Kiev su tutti i territori occupati dai russi, Donbass e Crimea inclusi.
Proprio riguardo a quest’ultima, se nel corso delle scorse settimane furono gli stessi Usa ad auspicare un ritorno della penisola sotto il potere dell’Ucraina; le dichiarazioni di poche ore fa del Segretario di Stato americano, Antony Blinken, sembrano sviare dagli auspici originari. Come riportato da Politico, infatti, “un tentativo ucraino di riconquistare la Crimea sarebbe una linea rossa per Vladimir Putin, che potrebbe portare a una più ampia risposta russa”. E ancora: “Blinken ha comunicato che gli Stati Uniti non stanno incoraggiando attivamente l’Ucraina a riconquistare la Crimea, ma che la decisione è solo di Kiev. L’obiettivo principale dell’amministrazione è aiutare l’Ucraina ad avanzare dove si trova la lotta, principalmente a est”.
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Parole chiare e ben dirette nei confronti di Kiev: un eventuale intervento militare ucraino nella penisola rischierebbe di rendere ancora più radioattivo di Putin, visto che il leader russo considera la Crimea come parte integrante del proprio territorio ormai dal 2014. Spiega Politico: “Blinken, che era accompagnato dal sottosegretario di Stato Victoria Nuland nella sessione, è l’ultimo alto funzionario dell’amministrazione Biden a gettare acqua fredda sui progetti ucraini sulla Crimea. Due settimane fa, alti funzionari del Pentagono hanno detto ai membri della House Armed Services Committee che non pensavano che l’Ucraina potesse riconquistare la penisola nel prossimo futuro”.
A ciò, si sono affiancati i commenti del generale Milley, storicamente scettico sul conseguimento dell’obiettivo del ripristino della propria sovranità integrale. Una previsione che già guarda al medio-lungo termine del conflitto: “Continuo a sostenere che per quest’anno sarebbe molto, molto difficile espellere militarmente le forze russe da tutto il Paese e nelle zone occupate”, ha affermato il militare Usa durante una riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina a Germania il 20 gennaio.
Matteo Milanesi, 16 febbraio 2023