L’arrivo del generale inverno ha cominciato a destabilizzare i piani del governo Zelensky. Se, a partire dallo scorso agosto, la resistenza ucraina è stata protagonista di una vera e propria controffensiva, giunta addirittura a rimettere in discussione i territori del Donbass, fino a quel momento saldamente controllati dai russi; ora, la situazione bellica sul campo sta cambiando. Ed è lo stesso presidente ucraino a doverlo ammettere.
“Il nemico continua a inviare nuove forze per sfondare le nostre difese. Ora, è molto difficile a Bakhmut, a Vuhledar e verso Lyman”, ha detto Zelensky, rimanendo comunque ottimista sull’esito finale del conflitto. Questo, però, ad una condizione fondamentale, ovvero che l’Occidente continui ad assecondare – attraverso aiuti sia economici, che militari – la causa ucraina. Nel corso delle ultime ore, infatti, Kiev è tornata a spingere sull’acceleratore, invocando il soccorso dell’alleanza atlantica a inviare armi più pesanti per respingere gli attacchi russi. E dopo l’invio dei Leopard tedeschi e degli Abrams americani, in giornata è iniziato l’addestramento dei soldati ucraini all’uso dei carri armati britannici Challenger 2. “Questo è un buon veicolo e sarà usato per combattere gli attacchi russi”, ha detto il presidente ucraino, ringraziando la Gran Bretagna in un discorso video notturno.
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Un aiuto, però, che potrà pesare sugli esiti del conflitto solamente tra molti mesi: l’arrivo in Ucraina dei carri armati occidentali, infatti, è stimato per l’autunno del 2023. Quindi, si parla di un’attesa di almeno otto mesi. Una durata infinita, soprattutto per la resistenza di Kiev, che dovrà far fronte anche alle penurie della Nato, in particolare in termini di munizioni.
Nel frattempo, sono pure gli 007 britannici a mostrare come le difficoltà ucraine sul campo continuino a crescere. Da una parte, i russi hanno ripreso a bombardare la città di Kharkiv; dall’altra, la città di Bakhmut – il grande terreno di scontro di queste ultime settimane – è sempre più isolata. Nonostante tutto, come ribadito dal rappresentante di Zelensky al parlamento ucraino, Fedir Venislavsky, al quotidiano tedesco Bild, il governo cerca comunque di alzare il tiro: ” “La Russia – afferma Venislavsky – attacca le pacifiche città ucraine dal suo territorio, come anche dalla Bielorussia. I luoghi in cui la Russia immagazzina i suoi missili sono obiettivi militari legittimi? Certo, senza dubbio. E qualsiasi centro di comando nella capitale russa è un obiettivo militare legittimo“. Un monito che rischia di accrescere ancora di più il pericolo che i confini di questa guerra possano ulteriormente estendersi.
Matteo Milanesi, 5 febbraio 2023