Sì, la Nato avrebbe potuto fare di più per armare l’Ucraina nel tentativo di prevenire l’invasione russa nel 2022. Due anni e mezzo dopo l’inizio della guerra tra Mosca e Kiev, l’Alleanza Atlantica ammette delle colpe. In un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), il segretario generale Jens Stoltenberg ha evidenziato che il gruppo di Stati atlantici avrebbe dovuto impegnarsi maggiormente per evitare il ricorso alle armi, puntando sulla diplomazia e contenere le mire di Vladimir Putin, considerando anche quanto registrato nella regione negli ultimi anni.
Nel giorno del nuovo scambio di prigionieri tra i due Paesi – ne sono stati liberati 103 per parte, in un accordo mediato dagli Emirati Arabi Uniti – Stoltenberg ha evidenziato che alla fine del conflitto tra Mosca e Kiev ”ci dovrà essere un dialogo con la Russia”, ma su un punto non ci devono essere dubbi: il Paese di Zelensky deve avere “una posizione forte”. Parole condivise e rilanciate dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: “La pace deve essere una pace giusta, che garantisca l’indipendenza dell’Ucraina e non la resa del Paese”.
Atteso dal nuovo ruolo di presidente della Conferenza di Monaco sulla sicurezza, Stoltenberg ha affermato che il giorno peggiore dei suoi dieci anni di mandato come capo della Nato è stato il 24 febbraio del 2022, ossia il giorno dell’invasione russa in Ucraina, ricordando che la guerra non è iniziata in quei momenti ma già otto anni prima, nel 2014, con l’annessione della Crimea. Il segretario Nato ha evidenziato che se Kiev fosse stata più forte a livello militare, Mosca avrebbe optato per la cautela. “La nostra formazione e le nostre attrezzature erano piuttosto limitate, avremmo potuto fare molto di più”, la sua sottolineatura.
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Le parole di Stoltenberg arrivano a poche ore dall’ennesima minaccia di Putin. In un’intervista televisiva ripresa dal canale Telegram del Cremlino, il presidente russo ha affermato che se i Paesi occidentali daranno a Kiev l’autorizzazione ad usare i missili a lungo raggio contro il territorio russo, “ciò significherà che i Paesi Nato, gli Usa e i Paesi europei, sono in guerra con la Russia”: “In questo caso, tenendo conto del cambiamento della stessa essenza di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate sulla base delle minacce che ci verranno rivolte”.
Già negli scorsi mesi sono spuntate voci e indiscrezioni sul comportamento Nato, con il timore di un attacco frontale. Secondo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorio, io scenario potrebbe verificarsi tra cinque-otto anni. Una cosa è sicura: la guerra continua ad allungarsi senza riuscire a ipotizzare la fine. E la mente torna ai segnali non colti, basti pensare al discorso di Monaco di Putin alla conferenza sulla sicurezza globale del 2007, dove chiedeva meno Nato ai confini. La reazione dell’Alleanza Atlantica? Intensificare i rapporti con Georgia, Kazakistan e appunto Ucraina. Ora arrivano le parole di Stoltenberg. Due anni mezzo e dopo l’inizio, o meglio la ripresa, delle ostilità.
Franco Lodige, 15 settembre 2024
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