Fin dove arriverà questa valanga?
1. Nella migliore delle ipotesi, si può pensare che gli attacchi fuori-area siano solo dei diversivi, mentre il vero focus dell’offensiva russa sia “solo” il Donbass.
2. In un’ipotesi peggiore, Putin potrebbe invece prendere Kiev e tutta l’Ucraina a Est del Dnepr, forse con l’aggiunta di Odessa per completare la creazione di uno Stato nuovo che i russi chiamano “Novorossija”.
3. Infine, meno probabile ancora, ma sarebbe l’ipotesi più catastrofica, Putin potrebbe cercare di conquistare tutta l’Ucraina. È meno probabile, considerando che la regione di Lviv, almeno per ora, è stata risparmiata. Ed è una regione dell’Ucraina (ex austro-ungarica) dove il nazionalismo è veramente molto forte.
Da un punto di vista militare, i russi hanno un innegabile vantaggio: controllano il cielo. Non hanno un’eccessiva superiorità numerica sul fronte meridionale, ma con una supremazia aerea incontrastata possono colpire il nemico ovunque. Hanno anche un altro vantaggio: proprio per evitare escalation militare e crisi economica, il presidente ucraino Zelensky non ha mai ordinato alcuna mobilitazione generale… finché la Russia non ha inviato truppe nel Donbass. Solo allora ha posto il Paese sul piede di guerra, ma era già troppo tardi.
Una vittoria russa, dunque, è molto probabile, quasi scontata. Ma occorre vedere quanto la Russia sia poi in grado di vincere anche la pace. Gli ucraini hanno già dimostrato di non essere più quel popolo diviso che era fino alla rivoluzione del Maidan del 2014, con una metà “russofila” e una “occidentale”. Già il voto uniforme, da Est a Ovest, per Zelensky, dimostra che la popolazione è più compatta. La prima reazione della Rada (parlamento) di Kiev è stata quella di mettere da parte tutte le divisioni, anche feroci, fra partiti e chiedere unità nazionale. Più ampio sarà il territorio che Putin deciderà di annettere, più difficile e costosa risulterà la sua occupazione, non solo in termini economici, ma anche umani.
Stefano Magni, 24 febbraio 2022