La guerra in Ucraina

Ucraina, Von der Leyen detta la linea: “Kiev non deve vincere solo la guerra”

A Lugano la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina: l’Europa inizia a stilare una road map per aiutare Kiev

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Andrea Gebbia, da Ehrendingen (Svizzera)

Nella blindatissima Lugano, nei giorni 4 e 5 luglio, si svolge la URC 2022, la Ukraine Recovery Conference 2022, puntualmente documentata dai principali media svizzeri.

Lo scopo dell’evento è quello di definire le priorità, i principi e i metodi della ricostruzione dell’Ucraina, devastata dalla guerra. Nel corso della conferenza si discuterà di cinque principali settori da “ricostruire”: società, economia, ambiente, infrastrutture e digitalizzazione. La Gran Bretagna si è già candidata per ospitare la seconda Ukraine Recovery Conference nel 2023.
Scopo della conferenza non è la raccolta di fondi, ma la preparazione di una Road Map per la ricostruzione dell’Ucraina. Come confermato da Simon Pidoux, l’ambasciatore svizzero responsabile della Conferenza, è troppo presto per stimare tutti i bisogni dell’Ucraina. Lugano deve rappresentare una bussola per organizzare il lavoro ancora da fare, che potrebbe durare anni.

Ecco alcuni highlights in ordine un po’ sparso del primo giorno, che si è aperto con temporali e pioggia.

Gli ambientalisti chiedono una ricostruzione green

Come riportato anche dal Kyiv Post, alcuni solerti militanti di Greenpeace avevano già installato a inizio mattinata una finta pala eolica a Lugano, a poche ore dall’inizio del summit. Questa azione, in concomitanza con altre 45 organizzazoni ucraine, voleva sensibilizzare i presenti sul fatto che la ricostruzione non deve avvenire secondo i vecchi standard sovietici, come sottolineato da Natalia Gozak di Ecoaction, ma con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Public Eye ha ripetutamente chiesto alla Svizzera di sospendere i finanziamenti alla guerra russa, poiché secondo questa Ong buona parte delle esportazioni russe di petrolio, cereali e materie prime sono pilotati dalla Confederazione Elvetica.

Come riportato dal Corriere del Ticino, si stima che in Ucraina più di 120.000 case siano state distrutte finora durante l’invasione russa. La Kyiv School of Economics (Kse) ha stimato danni alle infrastrutture ucraine per 104 miliardi di dollari: 45 milioni di metri quadrati di abitazioni, 256 imprese, 656 istituzioni mediche e 1.177 istituzioni educative sono state danneggiate dalla guerra. L’economia ucraina aveva già subito perdite per 600 miliardi di dollari.

Il discorso di Zelensky

Le delegazioni con circa 1000 partecipanti, in rappresentanza di una quarantina di Paesi e una quindicina di organizzazioni internazionali hanno cominciato ad arrivare intorno alle 11. Tuttavia, a causa delle lunghe code dovute ai controlli di sicurezza (forse stessi organizzatori della finale di Champions League a Parigi?…) la conferenza è partita in ritardo rispetto al programma delle 13:30.

A fare gli onori di casa è stato Ignazio Cassis, presidente di turno della Confederazione Elevetica, che si è detto fiducioso sul fatto che non sia mai troppo presto per prepararsi al momento in cui le armi taceranno, anche se la strada è ancora lunga. Cassis ha detto che lo scopo è aiutare il popolo ucraino a tornare a una vita normale, di autodeterminazione e di pace.

E poco dopo ecco Zelensky apparire in collegamento video! Il presidente ucraino ha sottolineato che la guerra della Russia mira anche a sfidare e minare l’Europa, cercando di dimostrare che è debole e non può difendere i suoi valori. Quindi, continua Zelenky, la ricostruzione dell’Ucraina è una missione di tutto il mondo democratico. L’Ucraina ha contribuito a riunire l’Europa e fortificare la Nato.

L’intervento di Ursula

Successivamente è stata la volta anche del discorso di Ursula von der Leyen, che in mattinata era arrivata in elicottero, portando con sé anche il bel tempo. La presidente della Commissione Europea ha sottolineato come l’Ucraina abbia bisogno di riforme coraggiose che vadano di pari passo con gli investimenti. L’Ucraina può riemergere dalla guerra con una migliore economia più verde e istituzioni più solide. La von der Leyen ha rimarcato che l’Europa non permetterà mai che la Russia minacci l’Ucraina come Stato sovrano. L’Ucraina deve vincere non solo la guerra, ma anche la pace.

Il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha stimato che serviranno 750 miliardi di dollari per la ricostruzione del suo Paese. La maggior parte di questi fondi dovrebbero essere prelevati dai beni sequestrati agli oligarchi russi. È stata creata una mappa digitale in Ucraina, aggiornata in tempo reale, sulla distruzione causata dall’invasione russa.

La ministra britannica, Liz Truss, ha allora sostenuto l’idea che ci debba essere un nuovo piano Marshall guidato da Kyiv, simile a quello elaborato per riparare i danni ingenti della seconda guerra mondiale in Europa. I porti devono essere aperti al più presto per favorire le esportazioni dei prodotti agricoli ucraini.

La delegazione italiana è guidata dal sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova. L’Italia, con imprese, enti locali e settore terziario è pronta ad affiancare l’Ucraina nella ricostruzione e nella continuazione del processo di riforme.

A margine della Conferenza, infine, si sono svolte ulteriori molteplici riunioni, incontri e accordi.
Tra gli esempi più significativi figurano l’incontro tra una delegazione di membri del Parlamento svizzero e una quindicina di omologhi ucraini, oppure la firma congiunta dell’intesa che attua l’accordo di Parigi sul clima della ministra svizzera per ambiente, trasporti, energia e comunicazioni, Simonetta Sommaruga, e del ministro ucraino per l’ecologia e le risorse naturali, Ruslan Strilets.

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