Il mistero avvolge ancora una volta gli ultimi fatti di cronaca sulla guerra in Ucraina. Sta circolando infatti sui social network e su canali Telegram filo-russi un video di reclutatori ucraini che picchiano un connazionale, nel tentativo da parte di quest’ultimo di sfuggire all’arruolamento. Si tratterebbe del distretto militare della città di Odessa, luogo tra i più colpiti in questi lunghi mesi di conflitto, anche se non è arrivata alcuna conferma – sia dal lato russo, che da quello ucraino – sulla veridicità dei fatti.
Il giallo dei reclutatori ucraini
Il video, infatti, è stato fatto circolare da un canale non verificato di chiare simpatie russe (come si delinea, su Twitter, l’aggiunta della bandiera della Federazione accanto al nome della persona), senza che nessuna agenzia di stampa o quotidiano abbia riportato la notizia. Detto questo, c’è sicuramente un dato reale, ovvero il compito dei reclutatori ucraini di fermare tutti gli uomini in età di leva e portarli al distretto militare per l’arruolamento. Da ciò, ovviamente, non si può trarre una prova schiacciante degli eventi appena narrati.
https://twitter.com/aag_ru/status/1679826986493935621?s=20
Il caso ha portato però la reazione immediata di Natalya Gumenyuk, portavoce del distretto meridionale delle Forze armate ucraine, la quale ha dichiarato che “quella non è una nostra macchina e quelli non sono nostri uomini”, smentendo chiaramente le accuse che arrivano dall’altra parte.
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Esplosioni in Crimea
Nel frattempo, durante la notte, sia media russi che ucraini hanno riportato nuove esplosioni sul Ponte di Crimea, che avrebbero provocato almeno due morti. Secondo l’agenzia Rbc Ukraine e il canale filorusso Grey Zone, le deflagrazioni sarebbero avvenute alle 3:04 e alle 3:20 ora locale. Secondo i media di Mosca, le esplosioni potrebbero essere state provocate da un attacco ucraino con droni marini. Ed è lo stesso presidente del consiglio di Stato della Crimea, Vladimir Konstantinov, ad accusare Kiev dell’attacco premeditato.
Il ponte era già stato gravemente danneggiato l’8 ottobre dello scorso anno, quando un’autocisterna è esplosa sull’infrastruttura provocando il blocco momentaneo del traffico per alcuni giorni. All’inizio di luglio 2023, è arrivata la prima ammissione del vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Maliar: “273 giorni fa, abbiamo lanciato il primo attacco al ponte di Crimea per interrompere la logistica russa”. Questo potrebbe essere il secondo caso, anche se da Kiev non è ancora arrivata l’ufficialità.