Esteri

Ue, il sabotaggio della sicurezza energetica

La guerra russo-ucraina e le conseguenze sull’approvvigionamento del gas segnano la fine di ogni ambizione europea

© chitsanupong's Images e Yaroslav Danylchenko tramite Canva.com

Atto Primo: distruzione del “Nord Stream”, arteria che portava l’economico gas russo direttamente in Germania bypassando l’Ucraina, rendendo quest’ultima determinante per le scorte energetiche europee.

Atto Secondo: mancato rinnovo dal primo gennaio da parte di Kiev degli accordi con Gazprom, chiudendo di fatto tutti i rubinetti che portavano ancora gas russo in Europa.

Risultato Finale: viene meno la diversificazione nell’approvvigionamento energetico del Vecchio Continente, che si vede costretto a importare sempre più il costoso gas liquefatto americano, rendendo contento Trump, ma un po’ meno contenti le famiglie e le imprese europee, e tra queste ovviamente anche quelle italiane, che si vedranno il costo delle bollette impennare nuovamente.

Il tutto con l’attiva collaborazione dei nostri governanti, che finora hanno sostenuto economicamente e militarmente (e continuano a farlo a suon di miliardi) un guitto a capo di un governo corrotto che in cambio ci prospetta solo carestia e continuazione della guerra.

Sono queste le decisioni che impattano concretamente sulla realtà di tutti i giorni, sulla nostra vita quotidiana, perché una casa non riscaldata d’inverno non fa piacere a nessuno e una piccola e media impresa non riuscirà a sostenere costi energetici così elevati e sarà costretta a chiudere. Si parla tanto di sicurezza nelle strade e nelle città, il fatto che letteralmente siamo alla canna del gas viene invece subito risolto in modo molto semplice: è colpa dei russi.

E no, è colpa dei nostri governanti, per non aver saputo dire di no sin dall’inizio ad una guerra di cui alla fine saremo i veri perdenti. I russi stanno ottenendo militarmente quello che volevano, gli americani hanno fatto capire che la Ue è una loro colonia e che possono fare di noi tutto quello che vogliono. Questa guerra segna non solo la fine dell’Ucraina nella sua unità territoriale, ma la fine di ogni ambizione europea.

Paolo Becchi, 4 gennaio 2024

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