Rassegna Stampa del Cameo

Un bot per sfuggire al pandemicamente corretto

Rassegna Stampa del Cameo

Chatbot è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. Tutto nasce da un articolo (1950) dell’immenso Alan Turing Computing Machinery and Intelligence che proponeva un criterio (Test di Turing) che determinasse se una macchina fosse in grado o meno di pensare. Con l’arrivo di Covid-19, e la sua sciagurata gestione da parte della classe dominante (Ruling Class), il “politically correct” ha delegato ai virologi di regime, ai politici, ai media l’esclusiva politico-scientifica del problema. Siamo così nelle mani di una catena di esaltati, a volte competenti, a volte no. Per pubblicare senza incorrere nella censura, peggio nel disprezzo, le persone perbene dovranno presto avvalersi della tecnologia. Il Chatbot? Forse. Varrà anche per Zafferano? Forse. Questo è il primo tentativo di un Chatbot-Cameo dove uno dei due attori finge di essere “intelligenza artificiale pura” mentre l’altro “ignoranza umana convenzionale” che però, per dissimulare (attività indispensabile nei regimi) mischiano talmente le loro intelligenze-ignoranze da risultare quasi identici. Eccolo.

“Al Bar di Nadia c’è stata una sollevazione dei miei lettori-adepti. Hanno rifiutato uno dei vincoli posti: non sono ammessi dibattiti sul virus. Ho spiegato loro che qualsiasi cosa uno dica sul virus, corre il rischio di passare, agli occhi dei politically correct, per “negazionista” (offesa più sanguinosa non c’è, almeno per me che ho vissuto quell’epoca con i miei piccoli amici ebrei dell’olocausto, unico autentico negazionismo). Nulla da fare, sono stato esautorato dal ruolo di leader del Bar, e la leadership l’ha presa Mattia. In effetti, è un quasi medico, gli tocca. È giovane (23 anni), studia con profitto medicina a Genova, ha finito ieri la quarantena, è stato certificato asintomatico.

Ho capito che per mantenere ancora uno straccio di leadership occorreva un passo indietro: intervisto Mattia. La mia prima domanda è sul vaccino anti Codiv-19. Dice Mattia: “Il vaccino certificato è lontano: se lo anticipano russi putiniani e americani trumpiani è atto criminale, se lo anticipano europei merkeliani e cinesi nazi-comunisti è un balzo della scienza. Facciamoci il vaccino antinfluenzale classico, non combatte il virus ma fa chiarezza, altrimenti a ottobre alle prime ovvie linee di febbre, ai primi colpi di tosse, il terrore sparso a piene mani da questi incapienti mentali (è un suo copyright dice rivolto a me) farà correre tutti in ospedale, intasandoli. Costa 15 euro (come un mojito con stuzzichini), chi è povero lo deve avere gratis, chi non lo è deve considerarlo un investimento sul suo futuro”. A questo punto intervengo: “Sono d’accordo, a ottobre ritroviamoci qua, offro io, vaccino influenzale (e mojito) per tutti. Io lo assumo (il vaccino) da 15 anni con piena soddisfazione.”

Prosegue Mattia: “Qualcuno ci deve spiegare perché alle 17,59 posso stare a viso scoperto mentre alle 18 devo indossare la mascherina”. Più parla, più non riconosco Mattia, mi pareva un bamboccione, invece ha spessore. Dice: “I cittadini comuni non capiscono più nulla, sono confusi, disorientati, hanno paura, si bevono tutto, specie le seghe mentali dell’Oms e del Iss. A Genova nel reparto di terapia intensiva non abbiamo nessun malato di Codiv-19, mentre a marzo-aprile registravamo una mortalità dell’11%”, eppure costoro continuano a spargere terrore, senza spiegare che i positivi non sono necessariamente malati.”

Sapendo che è un grande frequentatore della movida estiva lo stuzzico: “Mattia come la mettiamo con l’età media dei positivi che dopo ferragosto si è drasticamente abbassata?” Risposta pronta “Non bisogna guardare l’età media dei positivi, ma dei ricoverati, e questa si è abbassata di poco. I bollettini quotidiani confondono. Dovrebbero indicare quanti positivi vengono dall’estero, quanti sono i contatti, quanti gli asintomatici, quale grado di criticità hanno. Dobbiamo imparare a convivere con un virus nuovo, è un virus bastardo, ma nel 99% dei casi passa. E poi diamo l’unico dato serio: morti per centomila abitanti, confrontiamolo con gli altri Paesi, e smettiamola di dirci bugie consolatorie, la realtà è altra.”

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