Un consiglio a Santa Chiara Ferragni, patrona del pandoro

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chiara ferragni pandoro

Lo ammetto: i Ferragnez non mi sono mai piaciuti. O meglio, rettifico: Chiara Ferragni non mi è mai piaciuta. Il marito, tale Federico Leonardo Lucia in arte Fedez (sebbene stento ancora a comprendere dove stia esattamente l’arte), non lo contemplo neppure, data la sua manifesta insignificanza dentro e fuori la coppia. Chi domina in questo caso è la bella moglie, in barba al patriarcato e alla presunta (mai come in questo caso) superiorità del genere maschile.

Il Lucia rappresenta in realtà l’emblema dell’uomo occidentale moderno: depotenziato e completamente prono al ruolo dominante esercitato dalla donna. In una sola parola: subalterno. Lo si evince dal nome stesso, Ferragnez, da cui traspare tutta la preponderanza della Ferragni sul quasi inesistente consorte, e lo si intende ancor di più dai comportamenti e dalle dichiarazioni dei due coniugi. Da ultima, la recente uscita (a vuoto) di Fedez, in cui il rapper si giustifica preventivamente per aver tentato di assumere le difese della moglie a seguito delle velenose frecciatine scoccate da Giorgia Meloni all’indirizzo della fashion blogger in merito al caso Balocco. Come se non fosse normale provare a difendere la propria donna. Nei limiti della decenza ovviamente.

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Ecco, appunto, la decenza, questa sconosciuta. L’arcinota influencer sembra proprio disconoscere il significato del termine. O perlomeno, un Pandoro (o meglio Pan d’oro in questo specifico caso) dopo l’altro, pare averla completamente smarrita. Perché, laddove le accuse lanciate dal Codacons fossero effettivamente fondate (almeno in questa fase il condizionale è d’obbligo), la Ferragni avrebbe essa stessa contribuito fattivamente a prendere a calci la propria decenza (oltre a prendere in giro i consumatori).

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Anni spesi a dispensare lezioncine a destra e manca (molto più a destra in realtà), a moralizzare chiunque, a ergersi ora come benefattore e ora quale paladino dei diritti dei deboli e degli oppressi, salvo poi riscoprirsi d’improvviso uno squalo assetato di guadagni (e che guadagni!) da perseguire ad ogni costo. Anche al prezzo di lucrare su un’azione benefica sfruttando a proprio uso e consumo l’immagine di bambini malati di cancro traendo in inganno i consumatori.

Indecente. A meno che non si voglia credere alla buona fede di Chiara Ferragni, la cui operazione commerciale sarebbe stata, a suo dire, ‘fraintesa’ da un punto di vista comunicativo. Francamente difficile da credere, soprattutto se la diretta interessata ha costruito le proprie fortune proprio sulla comunicazione digitale e si occupa quotidianamente di simili operazioni. Ora, delle due l’una: o la Ferragni non ci ha capito niente di comunicazione e fino ad ora è sempre e solo stata baciata dalla dea bendata, oppure verrebbe quasi da pensare che l’influencer potesse essere in mala fede e avesse architettato questa maxi operazione di (presunta) beneficienza con la Balocco per tirare su un bel milioncino (mica male). Chissà.

Chi di dovere si occuperà di certo di fare chiarezza sulla vicenda. Nel frattempo, ci auguriamo quanto meno che Santa Chiara Ferragni da Cremona, Protettrice delle adolescenti e dei boccaloni, svesta una volta per tutte i panni dell’Immacolata Benefattrice e ponga fine alla pia (e insopportabile) opera di moralizzazione delle coscienze altrui. E magari, perché no, si dedichi un pò di più alla propria di coscienza, e un pò meno al portafogli, ops alla beneficienza.

Salvatore Di Bartolo, 18 dicembre 2023

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