Esteri

La guerra in Ucraina

“Un convoglio lungo 13 km”. Putin prepara l’attacco finale

Immagini satellitari raccolte e analizzate da Maxar Technologies mostrano un convoglio militare russo diretto verso sud, nell’Ucraina orientale

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“In Ucraina sta per succedere un inferno”: questo il monito del governatore di Luhansk, nel Donbass. Serhiy Haidai, intervistato dal “Corriere della Sera”, ha annunciato che in Ucraina sta per scatenarsi “un inferno”. “Per cantare vittoria Putin deve conquistare tutto il Donbass, soprattutto dopo la sconfitta di Kiev – ha spiegato -. Parla di ‘liberazione’ ma vuole il nostro territorio per questioni strategiche e per le sue miniere. Da queste parti la nostra difesa è più forte, quindi per raggiungere l’obiettivo distruggeranno tutto. Vogliono cancellarci dalla faccia della terra, ma noi resisteremo”, ha poi annunciato il governatore.

Serhiy Haldai è molto preoccupato, secondo il governatore è solo questione di giorni: “Si stanno riposizionando ai confini e nel frattempo continuano a bombardare. Non hanno morale: raderanno al suolo ospedali, scuole, case. Avete presente Bucha o Mariupol? Da noi sarà molto peggio. La loro furia sarà cento volte più forte e purtroppo non abbiamo edifici robusti come a Mariupol. Non abbiamo bunker perché i russi da 8 anni controllano le grandi città della regione, come Lugansk, dove si trovano le strutture e infrastrutture più importanti, e anche i bunker. Noi ci nascondiamo negli scantinati. Sto cercando di convincere tutti i miei cittadini ad andarsene”.

Due giorni fa alcune immagini satellitari raccolte e analizzate da Maxar Technologies, mostravano un convoglio militare russo lungo circa 13 Km diretto verso sud attraverso la città di Velkyi Burluk, nell’Ucraina orientale. La città si trova a est di Kharkiv, vicino al confine con la Russia. Sui negoziati si è parlato di una garanzia da parte di altri Stati verso l’Ucraina in caso di azioni di guerra più violente, ma il Donbass non è incluso. Su questo punto, il governatore Haldai afferma: “Zelensky non cederà mai il territorio del Donbass perché è ucraino. Sento il presidente personalmente, lo conosco. Putin vedrà tornare a casa così tanti cadaveri che non sarà più in grado di mentire alla sua gente. Dovrà stare alle nostre condizioni. E poi tra un anno o due cercherà di attaccarci di nuovo”.

Secondo il governatore potrebbe arrivare entro un mese la pace, sigillata però in una data inquietante dal punto di vista simbolico: il 9 maggio, anniversario della capitolazione della Germania nazista nel 1945 e data in cui Putin potrebbe essere deciso a prendersi le regioni di Lugansk e Donetsk. In quel giorno, ricorre anche la festa del profeta Isaia. In una situazione dove la violenza dilaga, c’è solo da sperare in una risoluzione pacifica e rapida del conflitto.

Carlo Toto, 10 aprile 2022