Assurdo! Quanto è accaduto in oltre trenta piazze in tutta Italia è qualcosa di veramente assurdo. Da nord a sud, nelle principali città italiane sono andate in scena manifestazioni che hanno coinvolto migliaia di studenti affiancati da diverse sigle sindacali studentesche, UdU e Rete degli Studenti su tutti.
Al centro delle proteste, manco a dirlo, Giorgia Meloni e il ministero dell’Istruzione e del Merito: “Abbiamo chiesto a questo nuovo governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di provare a ragionare di un chiaro e netto investimento sul futuro dell’istruzione di questo Paese – hanno scritto in una nota gli organizzatori del corteo di Roma. Ad oggi, invece, tutto ciò che abbiamo ricevuto sono state silenzio e manganellate. Nessuno parla di scuola e università nella legge di Bilancio ormai alle porte. Questo governo ha un solo merito: quello di non averne nessuno“. Ed ancora: “Siamo costretti a studiare ogni giorno in scuole fatiscenti e veniamo sfruttati come carne da macello in alternanza. Pensano alla nostra ‘sicurezza’ solo quando possono utilizzarla come scusa per impedirci di manifestare. I nostri programmi sono obsoleti, i fondi alla scuola vengono tagliati in continuazione. Noi ci rifiutiamo di piegarci alle loro logiche”.
Queste le ragioni che hanno indotto i manifestanti a protestare, anche se, più che una mera protesta studentesca, quella andata in scena è sembrata sin da subito una manifestazione estremamente politicizzata. Già il nome dell’evento, “No Meloni day”, lasciava intravedere che l’intenzione degli organizzatori fosse quella di ‘buttarla in politica’. Se poi la protesta in questione è per di più indirizzata ad un esecutivo in carica da meno di un mese, allora il rischio di cadere nel ridicolo diventa alquanto elevato.
Anche le ragioni dei manifestanti risultano poi piuttosto discutibili. Intanto, non si capisce perché agli studenti faccia così tanta paura la parola “merito”, che, si badi bene, non è mera retorica, bensì il valore portante su cui dovrebbe ergersi un’istituzione come la Scuola. Per ciò che concerne sicurezza e investimenti, le richieste degli studenti appaiono più che legittime. Purtuttavia, appare al contempo grottesco che le responsabilità relative alla fatiscenza degli edifici scolastici, all’obsolescenza dei programmi e ai continui tagli vengano imputate a Giorgia Meloni, premier da meno di un mese.
Un capitolo a parte lo meritano poi le ‘manganellate’ in occasione degli scontri in Sapienza dello scorso 25 ottobre. Anziché innalzarsi a martiri perseguitati dagli sbrirri cattivi,, i candidi studenti che oggi manifestano dovrebbero perlomeno fare lo sforzo mentale di ricordare di aver dato essi stessi origine ai tafferugli, ostacolando con la forza lo svolgimento di un convegno autorizzato ed aggredendone altresì gli ospiti. Ma, evidentemente, nonostante la giovane età, i manifestanti non sembrano godere di buona memoria.
La memoria, tuttavia, non è l’unica cosa che manca ai giovani in questione. Ciò che è peggio è che, a quanto pare, ai contestatori manchi anche la consapevolezza. Secondo un sondaggio realizzato da Skuola.net, su un campione di 2500 studenti intervistati, la stragrande maggioranza non ha la benché idea del perché stia manifestando. Ed è proprio questa la più grande assurdità.
Salvatore Di Bartolo, 20 novembre 2022