Un governo che si nasconde dietro i virologi

9.7k 9
generica_porro_1200_3

La presenza pubblica in questo Paese è talmente invasiva che ogni anno lo Stato chiede a ciascun cittadino, indipendentemente dalle circostanze, più della metà dei suoi guadagni. Di fronte a una simile presenza statale si dovrebbe presumere che, nel momento di emergenza, lo Stato dia indietro ai cittadini con la stessa efficienza e perentorietà con cui riscuote quello che ritiene gli sia dovuto. Come ormai è evidente a tutti dopo due mesi dall’inizio della pandemia, così non è stato, così non è e, molto probabilmente, così non sarà. Ciò a cui si assiste con grandissima inquietudine è un’assoluta incapacità da parte della politica (con rarissime eccezioni locali) di fare l’unica cosa che dovrebbe fare: decidere in maniera costruttiva e prospettica.

La proliferazione di commissioni, task force, direttive contraddittorie e confuse non sono altro che l’immagine di un governo che non riesce a decidere su nulla, che delega su tutto. Ci si nasconde dietro i virologi, come per molti anni si è fatto dietro i magistrati (e come si continua a fare!), affidando al giudizio degli esperti ogni decisione. E gli esperti, ovviamente, si trincerano dietro la massima cautela e dicono che non devono essere loro a decidere. Da molti anni, l’incapacità della classe dirigente politica di prendere decisioni in questo Paese, nascondendosi dietro un’iperproliferazione di norme e di apparati burocratici ha progressivamente messo l’Italia in ginocchio (molto più della tanto giustamente vituperata corruzione, anche perché la corruzione è in buona parte figlia e conseguenza proprio dell’oceano di norme che spesso non si può far altro che aggirare per sopravvivere).

A livello internazionale, a livello europeo, dove la politica deve giocare un ruolo chiave, le cose vanno persino peggio. I nostri rappresentanti (tanto la maggioranza quanto l’opposizione) proiettano un’immagine di un Paese lacerato, diviso e confuso, preda di pulsioni assistenzialiste, pauperiste, nazionaliste, stataliste. Diamo un’immagine, più che fedele e reale, di caoticità e inaffidabilità, pretendendo, nonostante tutto ciò, di ricevere soldi gratuitamente, come mendicanti ebbri e in stato confusionale che pensano di intimorire sbiascicando parole sconnesse. Ma questo non è il solito teatrino politico, in questo caso l’incapacità di essere credibili in Europa genererà effetti a cascata che avranno ripercussioni gravissime sull’economia. Se foste olandesi o tedeschi, prestereste soldi a pioggia a un paese nella nostra condizione? Condividereste con noi il vostro debito? Credo proprio di no.

Gli imprenditori che, oltre alla responsabilità del proprio capitale, sono responsabili dei lavoratori e delle loro famiglie, vengono chiamati a far sentire la loro voce in questo caos. Sono gli unici a poterlo fare. Una classe intellettuale e giornalistica, per gran parte completamente schiacciata su posizioni timorose, servili e ultraconservative (il cui unico nemico sempre presente è una retorica e fantomatica “religione del profitto”, il profitto che non è altro che la valorizzazione dei propri talenti e del proprio capitale), e una classe di dirigenti pubblici che appare indifferente alle difficoltà dei privati data l’assoluta garanzia paternalistica da cui sono coperti (stipendi assicurati e invulnerabili persino al Coronavirus), non possono essere d’aiuto.


L’imprenditoria, e le sue controparti sociali, devono unirsi per dare una speranza di vita e non solo di sopravvivenza a questo paese, anche bypassando i temporeggiamenti ormai letali di una classe politica incapace di dare un indirizzo futuro definito. Temporeggiamenti che rischiano di ripresentarsi in modo ancor più devastante alla prima recrudescenza dell’epidemia.

Dove manca un’organizzazione dall’alto, non si può far altro che auto-organizzarsi. Con la speranza che lo Stato sarà allora capace, se non di capire e decidere, almeno di seguire.

Michele Silenzi, 21 aprile 2020

Ti è piaciuto questo articolo? Leggi anche

Seguici sui nostri canali
Exit mobile version