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Un governo di inadeguati

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La Borsa va picco (-11), i detenuti delle carceri sono in rivolta, a Modena 7 morti, a Foggia 75 evasi, proteste a Roma con scene da giorni di ordinaria follia, l’Italia intera diventa zona rossa e tutti devono restare a casa. Il presidente del Consiglio, professor Giuseppe Conte, rilascia un’intervista e parla pensando di essere (lo dice lui stesso) Winston Churchill.

Questo paese è letteralmente scappato di mano a chi è a Palazzo Chigi. Il professor Conte è chiaramente e visibilmente inadeguato. I suoi stessi ministri non compaiono più al suo fianco. Parla da solo alla nazione. Appare come un uomo solo. L’Italia è in grande difficoltà al cospetto del mondo intero. Che fare?

I numeri dell’epidemia sono impietosi: 9172 contagiati e 463 morti mentre scrivo. Dopo la Cina, che comincia a star meglio, ci siamo noi che cominciamo a star peggio di ieri e ieri l’altro. Perché? Evidentemente sono stati fatti degli errori.

Si ripete: questo non è il momento di fare polemiche, ora è il tempo della responsabilità, ognuno deve fare la propria parte. È vero. Esiste, però, anche una responsabilità della lucidità e il dovere di capire dove si sta andando. Il governo Conte, che significa l’esecutivo sostenuto dal Pd e dal M5S, dove sta portando il Paese? Al momento, a parte che tutti dobbiamo stare a casa, non lo sappiamo.

L’unica cosa che possiamo sapere, sulla base di quanto è stato fatto in modo confuso e contraddittorio, è che l’epidemia cinese prima è stata sottovalutata, poi è stata mal gestita, quindi finalmente è stata vista nella sua dimensione epidemica ma era ormai troppo tardi. L’errore macroscopico del governo appare evidente: invece di studiare un piano di contenimento sulla base della diffusione dell’epidemia in Cina, si è scelta la strada degli interventi tampone che non hanno bloccato il virus ma si sono limitati a inseguirlo. Un errore fatale. Possiamo permetterci un governo del genere?

Dovrebbe arrivare il commissario per l’emergenza: Bertolaso o Di Gennaro. Il commissario verrà per commissariare Conte. Il padre fondatore della Protezione civile sembra essere più adeguato. Non resta che sperare che sappia dove mettere bene e subito le mani. C’è da recuperare il tempo perduto. E il tempo in questa storia è praticamente tutto. Da principio avremmo dovuto capire che il virus, una volta diffuso, avrebbe avuto il ritmo di diffusione come in Oriente.

Il tempo non riguarda solo la diffusione del male, ma anche la resistenza delle risorse del Paese che non può essere fermato per un tempo indefinito senza pagare un prezzo alto sia in termini di produzione e di economia sia in termini di democrazia e governo civile.

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