Tre elementi che emergono
Tre elementi risultano però confermati, per me, dalla sua lettura: a. che la cultura fascista (non ovviamente nel senso parodistico che ha corso nel dibattito pubblico attuale) è esistita, è stata forte e non banale, e che essa è connessa, da mille fili che si intrecciano fra di loro, alla cultura precedente e seguente, anche non fascista e antifascista; b. che il Novecento, di cui Mussolini è stato protagonista a livello mondiale, è stato un “secolo filosofico”, e in questo senso impolitico, cioè ispirato a idee che volevano provarsi senza mediazione nella realtà; c. che la cifra predominante della cultura novecentesca, e che unisce la destra alla sinistra, è stata quella dell’antiparlamentarismo, della delegittimazione morale dell’avversario, della “rivoluzione” più o meno palingenetica, dell’idea eroica e non prosaica della vita e della politica.
In questo senso, il Novecento, profondamente illiberale, continua anche oggi nelle mille e diverse torsioni della ideologia italiana, e non solo. Le sfide del mondo nuovo impongono tuttavia una riformulazione, tutta da immaginare, di categorie e canoni etico-politici. Trattare la storia per quello che è stata, non proiettandola senza mediazioni su una attualità che è tutt’altra cosa, è indice di serietà e onestò intellettuale.
Corrado Ocone, 14 settembre 2020